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Roma
Atac follia, l'ira dei romani mette le ali alla privatizzazione dei Radicali

di Diana Maltagliati

Emma Bonino, Marco Cappato, Alessandro Capriccioli ed altri esponenti del gruppo si uniranno agli attivisti nei 150 banchetti previsti in tutta Roma per promuovere la libera concorrenza nel settore dei trasporti.

 

 

Secondo i Radicali Italiani il problema fondamentale è la gestione politica con cui negli anni è stata amministrata l'Atac. “Atac non ha mai avuto la finalità di fornire un servizio pubblico. La società dei trasporti è stata utilizzata per decenni per alimentare il clientelismo di partiti e sindacati e per altri tipi di favoritismi. Pensiamo a tutto il mondo che gira intorno alle forniture dei pezzi di ricambio per gli autobus. Atac si è trovata a pagare delle cifre assolutamente fuori mercato per dei contratti che evidentemente favorivano alcuni rifornitori”, spiega il segretario del partito Riccardo Magi. Una “gallina dalle uova d'oro”, come la definisce Magi, che ora rischia il tracollo.

Secondo i Radicali, le colpe non sono tutte da attribuirsi alla giunta pentastellata, che però è responsabile di un cambio di vedute drastico rispetto a quando si trovava all'opposizione: “Quando erano in opposizione alla giunta Marino, i consiglieri, e tra loro c'era anche l'attuale sindaca Raggi, erano favorevoli alla messa a gara, anzi la davano quasi per scontata. Dev'essere successo qualcosa in campagna elettorale quando la candidata sindaca è arrivata a dire che Atac era il fiore all'occhiello delle aziende comunali”, sottolinea Magi.

Tra ritardi nelle corse, autobus fantasma e metropolitane perennemente in costruzione è difficile pensare all'azienda dei trasporti di Roma come a un “fiore all'occhiello”, tanto più per il fatto che essa grava sul bilancio cittadino con perdite da migliaia di euro: “Atac è una delle voragini del bilancio del comune di Roma perché è un'azienda costantemente in perdita. Ha accumulato circa 1 miliardo di euro di perdite. É un'azienda tecnicamente fallita che da molti anni non rispetta il contratto di servizio col Campidoglio”, chiarisce Magi, sottolineando come un sistema dove chi controlla e chi viene controllato coincidono, non può che essere un sistema perverso: “Come fa il comune di Roma ad applicare sanzioni a se stesso?”, si chiede.

I Radicali Italiani sostengono che la loro proposta non vuole penalizzare il settore pubblico, ma distinguere i ruoli. Al Campidoglio spetterebbe l'onere di realizzare una programmazione strategica del servizio di trasporti, analizzando la domanda dei cittadini, per poi costruire un bando di gara ad hoc. “Il comune a quel punto può avere un rapporto di controllo riuscendo a farsi valere sul soggetto privato che ha vinto la gara”, spiega Magi.

Secondo il disegno dei Radicali, una sana concorrenza non metterebbe a rischio i posti di lavoro di chi al momento si trova in Atac, anche se potrebbero essere necessari ricollocamenti in altre mansioni o in altre aziende. “La parte del contratto che può essere toccata è unicamente quella integrativa che riguarda la produttività – sostiene Magi - E noi crediamo che questo sia giusto perché Atac è l'azienda che ha la produttività peggiore in Italia nel settore dei trasporti”.

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