Atac, il Tribunale “boccia” il concordato: 70 giorni per evitare il fallimento
Il 30 maggio l'udienza definitiva sul piano di rinsanamento. Tonfo della politica di Virginia Raggi sui mezzi pubblici di Roma
Atac, concordato M5S a rischio bocciatura. Il Tribunale Civile giudica "inidoneo" il piano, ora ci sono appena 70 giorni per evitare l'incubo del fallimento.
È fissata per il 30 maggio l'udienza sul piano di risanamento di Atac. Il concordato preventivo sottoposto ai giudici è approssimativo dal punto di vista tecnico, con "perizie sballate" e "immobili stimati al ribasso". Ma, soprattutto, non viene contemplata l’ipotesi di un insuccesso della procedura. Una vera e propria "bomba" esplosa nella mattinata di venerdì, che ha provocato l'ira e lo sconcerto di tutte le forze di opposizione.
Tante le voci contrarie in Campidoglio, con il Pd romano che chiede immediatamente l'audizione dell'assessore Meleo e la convocazione di un'assemblea capitolina straordinaria: "Ora l’azienda, in poche settimane - scrive il gruppo Pd capitolino - è chiamata dai giudici fallimentari a rivedere il piano di risanamento approvato nel mese di gennaio, correggendo le lacune presenti nella documentazione depositata in tribunale. Le incognite sul piano riguardano il rilancio degli investimenti aziendali, il risanamento finanziario, le modalità di copertura dei crediti e le perizie degli immobili. Un documento da riscrivere almeno in parte e che pesa sulle casse dell’azienda quasi 13 milioni tra consulenze e parcelle. Come gruppo del Pd, nel ribadire la richiesta di audizione in commissione mobilità dell’assessore Meleo e dell’A.D. Paolo Simioni avanzata già nelle settimane scorse, chiediamo di avere accesso a tutta la documentazione attinente gli atti del tribunale e di calendarizzare in via d’urgenza una seduta dell’Assemblea capitolina".
A puntare il dito sulla giunta grillina, gli esponenti di Fdi Fabrizio Ghera, capogruppo in Campidoglio, e Andrea De Priamo, consigliere comunale, che in una nota congiunta dichiarano: "Come Fratelli d’Italia lo abbiamo denunciato fin dall’inizio: la strada del concordato rappresentava - come di fatto sta accadendo - un salto nel buio sia per l’azienda che per i dipendenti, ma il sindaco di Roma ha preferito fare orecchie da mercante e ha tirato dritto. È notizia di oggi che proprio il concordato preventivo sottoposto al Tribunale è per i giudici ‘inidoneo’ e approssimativo anche sotto i profili tecnici. Perizie sballate, immobili sottostimati, attestazioni lacunose e addirittura non viene contemplata l’ipotesi di un insuccesso della procedura. In sostanza, il programma di risanamento del sindaco e dalla sua armata Brancaleone è inadeguato, un quadro che fa acqua da tutte le parti. Una situazione preoccupante che mette a rischio l’azienda e i lavoratori, e di fronte ci sono 70 giorni per evitare il crac targato grillini, per il 30 maggio infatti è fissata l’udienza in Tribunale e per quella data Atac dovrà adeguare il piano. Emerge nuovamente la grande inadeguatezza della Raggi e della sua Giunta, la bocciatura del concordato da parte dei giudici è fallimento 5 Stelle".
All'allarmismo delle opposizioni risponde la stessa azienda, che in una nota invita alla calma e chiarisce come non ci sia stato nessun pronunciamento finale, bensì una richiesta di chiarimenti e integrazioni: "Il Tribunale non si è pronunciato sull'ammissibilità della proposta concordataria, bensì ha richiesto chiarimenti e integrazioni al piano depositato - sottolinea Atac - Il Tribunale ha concesso fino al 30 maggio all’azienda per apportare le integrazioni richieste e produrre documenti integrativi. La richiesta di chiarimenti rientra nella normalità delle procedure concorsuali, in particolare se complesse come quella di Atac".
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