A- A+
Roma
Atac, pezzi di carta al posto dei soldi. Il concordato che uccide i fornitori

di Fabio Carosi

Ecco come l'Atac pagherà il 69% dei debiti verso fornitori grazie al concordato fallimentare: un cartoncino di qualità anche scadente con su scritto: “Certificato rappresentativo di Strumenti Finanziari Partecipativi”. Praticamente carta che non dà diritto neanche ad essere scambiata con un biglietto del bus.

Il certificato roboante che è stato spedito nei giorni scorsi al 69% delle società che vantano crediti sul maxidebito da 1,4 miliardi di euro pari a circa 591 milioni di euro non è un bond, non è un'obbligazione, non è un titolo negoziale. Di fatto è come se i creditori avessero ricevuto quote di una società che potranno essere incassate solo se l'Atac farà utili per i prossimi 10 anni minimo. E l'operazione omologata dal Tribunale Fallimentare di Roma lo scorso 25 giugno è stata oggetto di un maquillage finanziario che ha trasformato i debiti in uno “strumento partecipativo”, trasformando di fatto i creditori in soci dell'azienda dei trasporto.

atac debiti verso fornitori
 

Il termine “soci” è decisamente quello più adatto per spiegare, grazie alla “nota informativa” allegata ai “pezzi di carta” cosa è accaduto con la maxioperazione di salvataggio voluta dalla giunta Raggi, consigliata dai consulenti Marco Costantini della Real Estate Advisory Group e l'avvocato Carlo Felice Giampaolino (entrambi hanno presentato parcelle stratosferiche) e adottata dal presidente Paolo Simioni. Di fatto invece di ricevere un pagamento in misura ridotta dei crediti e quindi denaro, le aziende fornitrici si sono viste recapitare un foglietto (lo strumento partecipativo) che equivale a un prestito che verrà onorato addirittura in due scadenze e a condizione che Atac riesca a presentare per i prossimi anni bilanci sempre in utile. E quei titoli non sono negoziabili, quindi se un creditore avesse bisogno di liquidità, non potrebbe chiedere a una banca un'anticipazione, non potrebbe cederli a nessuna società finanziaria, tantomeno darli a garanzia di prestiti o altro. Può solo tenerli dentro un cassetto e sperare che l'Atac faccia il suo dovere.

Attenzione però a non perderli perché l'Atac ha addirittura inventato lo spezzatino di carta: i titoli sono stati divisi in due categorie, quelli di serie A e di serie B. La serie A potrà essere (forse) incassata con gli utili nei bilanci dei prossimi 30 anni, il resto da eventuali riserve di bilancio. Insomma, una scommessa alla quale sono stati iscritti d'ufficio tutti i creditori non privilegiati per un totale di 2233 strumenti partecipativi di serie A e altrettanti di serie B.

Così il Comune di Roma di Virginia Raggi e dei 5 Stelle ha salvato l'Atac e ha ucciso i fornitori, decine di piccole e medie aziende che hanno prestato servizi e forniture convinti che l'azienda pubblica fosse un soggetto solvibile. Oggi hanno in mano due pezzi di carta.

Iscriviti alla newsletter
Tags:
ataccarlo felice giampaolinocertificati credito partecipativocomune romaconcordato ataccredito partecipativocreditori atacdebito atacm5smarco costantinipaolo simionisalvataggio atactrasporti romatribunale fallimentarevirginia raggi






Ticket Metrebus a 2euro, Cotral ci ripensa: “Sono solo previsioni di bilancio"

Ticket Metrebus a 2euro, Cotral ci ripensa: “Sono solo previsioni di bilancio"


Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.