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Roma
Auto elettriche e condizionatori: incubo black out per Roma come a luglio 2023
Black out Roma

Auto elettriche e condizionatori d'aria, l'aumento dei consumi fa ipotizzare per Roma il rischio di un gigantesco black out elettrico i cui primi segnali si sono già avuti nel luglio dello scorso anno, quando Corcolle, Tor Pignattara, l'Appio Latino, Ostia, Marconi, Centro Storico e Trieste sono rimasti al buio.

A lanciare l'allarme sul picco di domanda e “sull'inadeguatezza delle 13mila vecchie cabine secondarie di trasformazione dell'energia elettrica” è una lunga riflessione tecnica pubblicata su DiarioRomano, una pubblicazione edita da un gruppo di giornalisti di lunga data, “animati dalla passione per la verità e uniti per combattere per Roma. Il dato di partenza è l'aumento dei consumi trainato dalle auto elettriche e dai sistemi di riscaldamento e raffreddamento delle case, alimentati ad energia elettrica, il cui collo di bottiglia è rappresentato dalle cabine di distrubuzione.

Come viene distribuita la corrente a Roma

Scrive Filippo Guardascione: “Oggi a Roma la distribuzione vive una realtà molto eterogenea. Vi sono quartieri dove l’energia distribuita è accettabile a altri dove è del tutto insufficiente tanto che se si vuole chiedere una trifase al Salario/Trieste si può attendere mesi prima di vederla attivata (quando va bene). Per non parlare del centro storico dove anche a grandi negozi o uffici viene erogata potenza col contagocce. La risposta ufficiale di Acea/Areti è che nella zona non vi è una rete di distribuzione sufficiente. Le cabine secondarie, come quella di via Monterone, sono vecchie, malmesse e posizionate in luoghi angusti che non permettono l’ampliamento. Questo perché negli anni si è seguita una politica miope di imporre la presenza di cabine a chi chiedeva una potenza leggermente più alta della media. Politica che prosegue tutt’ora col risultato che spesso le cabine vengono posizionate in scantinati, garage o aree condominiali dove diventa difficile effettuare interventi per migliorarne la capacità”.

I black out dell'estate 2023

E cita le stagioni estive passate, in cui “si sono registrati blackout di interi quartieri durati giornate complete sol perché la domanda di energia era più alta della media per via del massiccio uso dei condizionatori. Il picco si è toccato nel luglio 2023 quando Corcolle, Tor Pignattara, Appio Latino, Ostia, Marconi, Centro Storico, Trieste e Africano sono rimasti al buio contemporaneamente per ore se non giorni. Eppure l’incremento di richiesta per i condizionatori è davvero modesto rispetto a quello che si registrerà quando le auto elettriche saranno il 30/35% del parco circolante”.

La fotografia della distribuzione romana di energia

Ecco come la corrente arriva nelle nostre case e nelle aziende: “Roma. Il territorio capitolino ha una rete di distribuzione di circa 31.000 km e alimenta 2,9 milioni di abitanti (1,6 milioni di utenze). Nel 2022, l’energia distribuita ammontava a 10,02 TWh, corrispondente a 2.092 MW di picco registrato il 25 luglio alle ore 15.00. Le cabine primarie, quelle che trasformano l’Alta Tensione (AT) in Media Tensione (MT) sono 70 e alimentano 13.347 cabine secondarie che portano la MT in Bassa Tensione (BT) che arriva nelle case. Per via della particolarità storica e architettonica di Roma, i cavi aerei sono per lo più vietati (meno male) per cui il 92,4% dell’energia corre in cavi interrati che ovviamente sono di più difficile manutenzione. onsapevole delle difficoltà registrate nel Comune di Roma, Arera (l’autorità di controllo e regolazione del settore) ha previsto una serie di multe nei confronti di Areti/Acea se questa non migliorerà le proprie performance (multe che saranno retroattive e si calcoleranno a partire dal 2020). Nel corso del 2022 le interruzioni senza preavviso sono calate di 13,9 minuti rispetto al 2019 per gli utenti di bassa tensione passando da 43,8 a 29,9 minuti. Non si conoscono ancora di dati del 2023 ma c’è da supporre non siano buoni.

Come ha fatto Acea/Areti a migliorare leggermente il servizio, seppur ancora di mediocre livello? Ha realizzato nuove linee di MT per le cabine primarie ma deve ancora intervenire su quelle secondarie, il vero punto debole del sistema. “Con l’obiettivo di contenere il rischio di disalimentazione ….(omissis) … è prevista la realizzazione di interventi strutturali …(omissis)… sulle cabine secondarie (es. ricostruzione cabine secondarie con specifici criteri progettuali)“, è quanto scrive l’azienda nel proprio piano di sviluppo”.

10 mila cabine da modernizzare in 6 anni

Conclude la riflessione di Diarioromano: “onsapevole delle difficoltà registrate nel Comune di Roma, Arera (l’autorità di controllo e regolazione del settore) ha previsto una serie di multe nei confronti di Areti/Acea se questa non migliorerà le proprie performance (multe che saranno retroattive e si calcoleranno a partire dal 2020). Nel corso del 2022 le interruzioni senza preavviso sono calate di 13,9 minuti rispetto al 2019 per gli utenti di bassa tensione passando da 43,8 a 29,9 minuti. Non si conoscono ancora di dati del 2023 ma c’è da supporre non siano buoni.

Come ha fatto Acea/Areti a migliorare leggermente il servizio, seppur ancora di mediocre livello? Ha realizzato nuove linee di MT per le cabine primarie ma deve ancora intervenire su quelle secondarie, il vero punto debole del sistema. “Con l’obiettivo di contenere il rischio di disalimentazione ….(omissis) … è prevista la realizzazione di interventi strutturali …(omissis)… sulle cabine secondarie (es. ricostruzione cabine secondarie con specifici criteri progettuali)“, è quanto scrive l’azienda nel proprio piano di sviluppo.

Impianti che risalgono agli Anni 60 e sempre rattoppati

Conclude la riflessione tecnica Diaroromano: “Il tema più delicato riguarda la rete di bassa tensione nel Comune di Roma. La grande maggioranza di questa rete è costituita da vecchi sistemi trifase a tre conduttori, realizzati per lo più negli anni ’60 e ’70 e via via “rattoppati” (se ci consentite il termine). I quartieri più moderni prevedono invece una trifase a quattro conduttori. Il lavoro indispensabile per erogare quantità di energia sufficienti anche alle auto elettriche è quello di uniformare i due sistemi, portandoli tutti a quattro conduttori. Ma Acea/Areti sa benissimo che la difficoltà sta tutta qui tanto che scrive: “Uno degli aspetti più critici di tale trasformazione, risiede nelle modifiche (omissis) da effettuare sulla rete, in parte posata all’interno di proprietà private“.Insomma oggi le vetuste cabine che ci ritroviamo nei palazzi e nelle cantine sono il vero collo di bottiglia e difficilmente in sei anni si riuscirà a modernizzarne quasi 10 mila”.

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