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Roma
Autrice della D'Urso accende la passione: Agnese piace. “Ora sogno il cinema”

di Valentina Renzopaoli

Dalla tv al romanzo e ritorno. La meta è il grande schermo, meglio ancora una serie, per Cristina Nutrizio, autrice televisiva di Mediaset nello staff di Barbara D'Urso, e scrittrice.

“Il fuoco d'Agnese”, Maggioli Editore, il suo primo romanzo, trascina il lettore nel mondo buio della cronaca, con una storia che starebbe benissimo tra le pagine di nera. Ma la verità è nascosta sul fondo, scavando nei cunicoli della mente e tra i detriti dell'anima.

Realtà e finzione, immaginazione, racconto e metafore, sogni, cronaca e corrispondenza virtuale si sovrappongono in un gioco delle parti che si ricompone e trova un senso con lo scorrere delle pagine. “Il fuoco d'Agnese” è un giallo, o forse meglio definirlo un thriller psicologico. Cristina Nutrizio si infila nel tunnel delle fragilità mentali e umane, con la destrezza di chi ne ha viste e sentite davvero tante, di chi le ha raccontare, "selezionate" e fatte diventare storie mediatiche.

"Diciamo subito che non e' un romanzo autobiografico", puntualizza l'autrice. Eppure tra le righe, chi conosce il suo mestiere capisce che dalla sua esperienza e professione ha "rubato" parecchio, come lei stesso confessa: “Ho rubato da storie, situazioni, personaggi conosciuti in tanti anni di esperienza a contatto con la gente”.

La scrittrice si mescola all'autrice televisiva e svela, neanche troppo tra le righe e senza celare critiche, qualche segreto e sottile meccanismo del suo mondo.

Agnese, tre figli, un ex marito e una collezione di uomini più o meno amati, si innamora di Guccio, misterioso artista svizzero di fama internazionale: una storia d'amore, soprattutto virtuale, che farà sprofondare Agnese negli abissi.

Attraverso la confessione ad un prete, di Agnese alla fine conosciamo gli ultimi anni di vita, i più profondi segreti, i dubbi, i peccati, le fobie. Ma nulla ci e' consentito sapere sul suo aspetto fisico, nessuna voyeuristica soddisfazione alla curiosità estetica, nemmeno quando gli eventi drammatici avrebbero consentito di soffermarsi su aspetti morbosi; solo un vago cenno ad un paio di caratteristiche ci fanno disegnare nella mente una “rossa” con le lentiggini. Così come pure tutti i personaggi maschili sono uomini senza un volto. Quello che conta sono le loro azioni, contorte e contraddittorie, le loro fissazioni, i loro desideri.

Chi è Cristina Nutrizio

Laureata al Dams di Bologna in Drammaturgia, è stata per molti anni assistente alla regia di Dario Fo e Giorgio Strehler. Suo papà era Nino Nutrizio, un grande giornalista, storico direttore del quotidiano La Notte. Sua mamma è Luciana Novaro, prima ballerina della Scala dal 1941 al 1956. Dopo la nascita dei due figli, Cristina dal 1996 lavora per la tv come autore e regista in programmi di intrattenimento e informazione.

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