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Roma
Banchetti Pd e centrodestra in piazza. La bufala del complotto contro Raggi

di Antongiulio Pelonzi *

Lo scorso weekend Roma è stata palcoscenico di due importanti iniziative politiche. A San Giovanni la manifestazione del centrodestra a trazione Salvini, nelle piazze e nelle vie della città i banchetti del gruppo PD Campidoglio. Entrambi gli eventi avevano come oggetto la netta condanna sull'operato della giunta Raggi. Un complotto? Non direi, piuttosto la consapevolezza assoluta dei cittadini di una città al collasso e le forze politiche dell'intero arco costituzionale a rappresentarlo.

Tutti hanno sotto gli occhi una città più sporca, dove è difficile spostarsi, priva dei servizi essenziali, con l'economia in crisi, con opere pubbliche assenti o senza manutenzione. Sono problemi nuovi? No. I problemi ci sono da sempre, come in ogni grande città con una lunga storia alle spalle. Allora perché le cose se possibile peggiorano? Quale la novità con la giunta Raggi?

Dalla Prima alla Terza Repubblica le giunte che si sono succedute hanno lavorato a volte bene a volte male, anche molto male(come ad esempio dal 2008). Ma hanno lavorato. Questa giunta è entrata in Campidoglio a furor di popolo, con tutta la forza di un ampio consenso elettorale (il 70% circa dei consensi), ma non l'ha usata. Persa nella continua analisi degli errori del passato e nel legalismo burocratico usato con i paraocchi. Bloccata dalla paura di sbagliare e dalla sfiducia verso chiunque. Risultato: l'immobilismo. Una città ferma. Hanno alzato un muro tra il Campidoglio e la città. Quel muro i cui mattoni rappresentano le proprie convinzioni cementate dalle proprie paure. Quel muro che nel suo libro "tra passato e futuro" la Arendt chiedeva di abbattere pena l'incapacità di costruire, appunto, il futuro. Libro che non a caso ho voluto donare alla Sindaca nell'unica occasione che ho avuto per parlarle. Immobilismo e chiusura al confronto, tradotto: zero dialogo con gli altri soggetti politici, zero dialogo con le categorie professionali e produttive, zero dialogo con il mondo del welfare, zero con i sindacati, zero con l'associazionismo. Si rivolgono ai cittadini come se questi esistessero in quanto singoli solo sui social media. Come se non fossero persone in carne ed ossa inserite naturalmente nelle tante reti sociali quali scuola, lavoro, sport. Come se la cosiddetta società civile fosse una piattaforma sul web e non l'insieme di corpi intermedi che interagiscono realmente ogni giorno. Ecco come si possono peggiorare gli annosi problemi di Roma: chiudendosi al dialogo e restando fermi per non sbagliare.

Così Roma sembra da tre anni imprigionata in un eterno orribile presente senza speranza. Cosa si dirà di questa giunta quando non governerà più la città? Non sò perché mi vengono in mente le parole di Ungaretti: “.. Tra un fiore colto e l'altro donato. L'inesprimibile nulla”. Cosa fare per dare a Roma un futuro? Per quanto ci riguarda, primo liberarci dalla giunta Raggi. Secondo chiedere al parlamento una riforma vera per la Capitale d'Italia e decreti per affrontare subito le emergenze. 

Terzo costruire un campo largo progressista fatto dai partiti ma anche da tutti i fermenti vivi in città quali i movimenti e l'associazionismo. Un campo largo alternativo alla destra becera di Salvini ed all'inconcludente giunta Raggi. Vogliamo come partito democratico essere il motore di tutto questo Il tempo stringe! Dalla protesta alla proposta, già da novembre metteremo in campo questo percorso. Siamo convinti che la nostra città, che Roma possa essere di nuovo il centro della cultura e dello sviluppo in Europa e nel mediterraneo, una città salvini, raggi, salvini san giovanni, accogliente e solidale dove legalità e giustizia sociale possano convivere per garantire la piena realizzazione dei diritti di ogni cittadino. Ce la faremo? Lo spero, ma ciò che è certo è che non staremo fermi a guardare.

* Antongiulio Pelonzi, capogruppo Pd Comune di Roma

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