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Roma
Brivido felino, quando Battisti ignorò Mina e Celentano: ecco il segreto

di Patrizio J. Macci


Paolo Audino compositore e musicista romano frequenta il Folkstudio alla fine degli Anni Ottanta. Trentenne scrive e compone casualmente insieme a Stefano Cenci un testo che diventa il brano di punta dell’album Mina-Celentano che è stato dei più venduti nella storia degli album della cantante italiana in esilio volontario.

 

I primi giorni di novembre uscirà una nuova raccolta di successi inediti firmata dal “molleggiato” e dalla Tigre di Cremona. Audino ha deciso di raccontarci come è andata la storia, come sono stati suoi rapporti con Mina e come è nato il pezzo “Brivido Felino”.

Audino, trovarsi a trent’anni catapultato in un disco di Mina. Lei era un emerito sconosciuto nel 1998. Come è andata la storia?
“Ero uno sconosciuto al grande pubblico sicuramente, anche se con un po' di robusta gavetta alle spalle. Sicuramente non sono mai stato un raccomandato. Avevo scritto per il cabaret, suonato alla rassegna del Folkstudio giovani e frequentato la scuola di Mogol, vinto il Festival degli Autori di Sanremo nel '93 e il concorso del "Cercautore" di Luca Barbarossa nel '95. Certo, il cd "MinaCelentano" è stato davvero la svolta che ha impresso una decisa sterzata alla mia carriera. In seguito ho scritto anche per Andrea Bocelli e Amedeo Minghi tra gli altri. Rivivo ancora l'emozione di aver comprato come un normale acquirente, il cd da Ricordi in via del Corso, di essermi sdraiato sul letto per non svenire, con le cuffie, per scoprire finalmente come la Tigre di Cremona e il Molleggiato avessero interpretato "Brivido felino". Non credevo stesse accadendo davvero, era una cosa bellissima che mi apparteneva sì, ma che da quel momento sarebbe stata anche di tutti. Una sensazione meravigliosa.”

Una curiosa storia aleggia attorno a quell’opera, si racconta che inizialmente doveva essere un disco a tre con la partecipazione anche di Lucio Battisti come interprete. Lei ne sa qualcosa?
“Ho appreso anch’io questa storia leggendo un quotidiano tempo fa. È stata recentemente del tutto confermata da Celentano. Per una dimenticanza che lo indispettì, Lucio Battisti non partecipò più al progetto e sarebbe scomparso poco tempo dopo”.

Come è stato scelto da Mina, dobbiamo credere al messaggio inviato nella bottiglia raccolto per caso? Come è nato il pezzo, quanti giorni avete impiegato per scriverlo e musicarlo?
“Il messaggio nella bottiglia a Mina lo inviò Stefano Cenci, il compositore che avevo conosciuto negli studi della Bmg (ex Rca) grazie a Fulvio Mancini, il direttore artistico che credette nelle mie capacità di autore di testi e ci presentò. Collaborai con Stefano alla scrittura di varie canzoni prima e dopo di questa. Tra i quattro o cinque provini che inizialmente mi propose, fui letteralmente attratto da questa melodia ed ebbi immediatamente l'idea del titolo. Incredibile, di solito è l'ultima cosa cui penso dopo aver scritto un testo. Quel titolo, Brivido felino, mi fece pensare a Mina, al suo soprannome. A quel punto avevo necessità di trovare una rima. La scovai giungendo da degli amici che guarda caso, avevano il camino acceso: dunque la rima felino-camino c'era e non solo, tutta la scena in cui ambientare la canzone era esattamente lì di fronte a me ma nella mia mente. Però il pezzo nasce originariamente per essere cantata da un solo interprete, nelle nostre intenzioni da Mina chiaramente. È diventata un duetto con la modifica di una sola parola: "sei quello che speravo per me" è diventato "sei quella che speravo per me.
La sera al rientro a casa, avevo terminato di scrivere il testo sull'autostrada (allora registravo le idee utilizzando le audiocassette e ascoltando i provini delle basi musicali sul walkman); giusto il tempo di una rifinitura ed era pronto per essere spedito via fax a Stefano, che successivamente registrò e inviò la sua versione in Svizzera. Dopo un po' di tempo, Mina lo chiamò al telefono, assicurandogli che l'avrebbe incisa sul prossimo lavoro che avrebbe realizzato, questo è tutto. Quando Stefano me lo raccontò, fui felice tanto che per distrarmi feci un viaggio per cercare di non pensarci troppo, perché effettivamente ero molto emozionato all’idea di essere coinvolti in quell'album storico e per giunta con un singolo.”

Ci può raccontare come lavora Mina? Quante incisioni ci sono volute per dare al brano la sua forma definitiva?
“Non so esattamente come lavori Mina, ma posso ripetere quello che gli addetti ai lavori dicono da sempre: un paio di registrazioni al massimo e di solito la migliore è la prima. Credo che questo sia possibile perché, oltre ad essere una grande artista, canti solo quello che realmente le piace e sente con il cuore. Probabilmente sono riuscito a scrivere qualcosa che l'ha convinta del tutto”.

Il brano è ispirato a una vicenda realmente accaduta oppure a una donna immaginaria?
“Lei vuole minare per caso la mia voce "Familiari e relazioni" di Facebook? È ispirata a Mina ma è dedicata a tutte le donne, alcuni sostengono che quello ritratto sia un felino: ebbene sì è una donna nel suo essere felino e sensuale. L’essenza di ogni donna, mora bionda o rossa che sia”.

Ha avuto modo di incontrare Mina in seguito?
“Purtroppo no, anche se non nego che mi sarebbe piaciuto molto vederla. Ma va bene anche continuare a sognarla così come l'ho idealizzata, come ce la immaginiamo tutti noi che l'apprezziamo da sempre e per sempre”.

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