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Roma
Bruno Astorre: la carriera dalla Dc al Pd e l'impegno sui territori

Il Senatore del Partito Democratico Bruno Astorre scomparso a 59 anni proveniva dalle fila dell’impegno politico cattolico e del volontariato ed era una delle architravi della corrente Areadem. Giovanissimo diviene dirigente della Democrazia Cristiana quando il partito si avvia al crepuscolo.

Le fotografie che ne catturano l’immagine presenti sul web, spesso lo ritraggono con un maglioncino blu e la camicia: sono un omaggio alla sua provenienza politica di origine. La politica vista come militanza sul territorio di chi va tra la gente e deve stare comodo.

Il cursus honorum nella “Seconda Repubblica”

Con il Partito Popolare Italiano viene eletto consigliere comunale a Colonna nel 1995 e successivamente è primo degli eletti al Consiglio provinciale di Roma nel 1998.

Diventa consigliere regionale del Lazio con La Margherita nel 2003, e viene rieletto nel 2005 nelle liste de L'Ulivo, che sostengono il candidato presidente vincente, Pietro Marrazzo. Diventa così assessore ai Lavori Pubblici ed alla Casa nella giunta Marrazzo, incarico che mantiene fino a quando nel 2009 non diventa Presidente del Consiglio regionale del Lazio, subentrando a Guido Milana nel frattempo eletto eurodeputato al Parlamento europeo.

Alle elezioni regionali del 2010 si candida per la terza volta col PD, nella coalizione a sostegno di Emma Bonino, venendo eletto al consiglio regionale del Lazio, risultando primo degli eletti con il Partito Democratico. Il 12 maggio 2010 viene eletto vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio. Eletto all'Assemblea nazionale del Partito Democratico nelle primarie dell'8 dicembre 2013, è stato nominato membro della Direzione nazionale del Partito Democratico.

Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 viene ricandidato nella medesima circoscrizione, per la coalizione di centro-sinistra in quota PD, e rieletto senatore. Successivamente, entra a fa parte della Commissione Lavori Pubblici.

Il 1º dicembre 2018 viene eletto segretario regionale del PD per il Lazio. Alle elezioni politiche anticipate del 25 settembre 2022 viene candidato per il Senato come capolista nel collegio plurinominale Lazio risultando eletto.

La vicenda giudiziaria e il "fango mediatico"

Era stato rinviato a giudizio e assolto nella vicenda delle “spese pazze” alla Regione, nei “gloriosi” tempi di Batman Fiorito regnante la Governatrice Polverini: secondo l’accusa, i consiglieri regionali (di diversi schieramenti politici) fingevano di avere bisogno di un esperto che fosse in grado di realizzare opere di ingegno intellettuale. Firmavano la consulenza e poi l’ufficio di ragioneria della Regione elargiva i compensi.

L’inchiesta aveva ipotizzato che fossero solo dei lavori di mera facciata, o copia e incolla di opere che circolavano tranquillamente sul web. Una truffa, secondo il pm quella messa in piedi da una manciata di ex consiglieri regionali del Lazio e dai loro consulenti di fiducia. Per il pm aveva ricevuto gli incarichi “per mera vicinanza politica” e non per le loro qualità.

Assolto perché “il fatto non sussiste”. Quella che a suo dire era stata una vera e propria gogna politica l’aveva sfiancato per dieci anni, dissolvendosi poi in una bolla di sapone per la quale, a suo dire, “mai ci sarebbe stata la possibilità di riparare per la quantità di fango mediatico ricevuto”.

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