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Roma
Bufera sull'Ad di Acea. Interrogazione di FdI: “Fare chiarezza su Palermo”

Bufera sull'amministratore delegato di Acea Fabrizio Palermo: dopo le accuse di atteggiamenti sessisti e misogini nei confronti delle dipendenti e la protesta sotto la sede di Acea dell'8 marzo, Fratelli d'Italia ha presentato un'interrogazione in Campidoglio chiedendo “che sia fatta chiarezza sui fatti realmente accaduti”.

A parlare è la consigliera dell'Assemblea Capitolina Francesca Barbato che ha presentato l'interrogazione chiedendo che il sindaco chiarisca subito cosa ha intenzione di fare nei confronti di Barbato. Cioè se abbia intenzione o meno di riconfermarlo, rinnovandogli la fiducia in vista della prossima riunione degli azionisti di Acea prevista per aprile 2023.

“Ieri tantissimi uomini e donne hanno manifestato sotto la sede di Acea - spiega la consigliera Barbato - per ricordare a tutti che l'atteggiamento di chi mortifica in qualsiasi modo noi donne non può essere sottaciuto. E visto che né il sindaco né le sue assessore Lucarelli e Segnalini, che ci tengono all'uso del femminile, hanno proferito parola su quanto emerso tramite organi di stampa, o almeno fatto pressioni affinché sia fatta chiarezza sui fatti realmente accaduti, ho presentato un'interrogazione urgente”.

Le accuse rivolte a Fabrizio Palermo

Le accuse rivolte all'Ad della società partecipata sono di misoginia, sessismo e anche grassofobia. La questione è stata sollevata quando è arrivata una lettera anonima alla presidente del Cda di Acea, Michaela Castelli, che poi si è dimessa. Poi sono seguite delle testimonianze anonime da parte di alcune delle presunte vittime su alcuni quotidiani, come la Repubblica. A muovere queste accuse a Fabrizio Palermo sono alcune dipendenti di Acea, insieme ad altre dipendenti di Cassa Depositi e Prestiti riferendosi al periodo in cui Palermo era nell'ente. Palermo avrebbe avuto questi comportamenti nei confronti delle hostess e segretarie, raccontano a la Repubblica alcune di queste donne rimaste anonime: le voleva giovani, cioè non più di 30 anni, e con un fisico slanciato. Non sopportava di vedere donne in sovrappeso. Addirittura, dicono ancora queste donne, aveva pretese anche sul vestiario, che doveva essere appariscente.

Per il momento Acea, dopo aver condotto un'inchiesta interna che non ha trovato riscontri, ha respinto tutte queste accuse, bollandole come un tentativo di discredito da pare di qualcuno che sarebbe stato scontentato dall'azienda. E anche lo stesso Palermo ha respinto le accuse, definendole diffamatorie e false.

"Fare chiarezza subito"

“Se il sindaco rinnoverà la fiducia a Palermo - dice la consigliera Barbato - chi ci garantirebbe che questi presunti atti misogini non si verifichino ancora? Che effetto potrebbe avere sulla gestione, e quindi sul valore del titolo della principale società quotata e controllata dall'amministrazione comunale, una frattura così profonda tra il Cda e i lavoratori che ieri si sono schierati contro l'Ad? Chiediamo chiarezza subito”.

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