Caltagirone trema: rischia il processo. Il Porto di Fiumicino è un incubo
di Valentina Renzopaoli
Rischia di essere processato l'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, già arrestato nel marzo 2013 per lo “tzunami” giudiziario che investì il porto di Fiumicino. E' stata fissata per il prossimo 7 aprile l'udienza preliminare in cui il giudice deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero Lorenzo Del Giudice.
Insieme all'imprenditore, dominus del gruppo “Acqua Marcia” a cui apparteneva la società general contractor che avrebbe dovuto realizzare l'opera, sono finiti nel fascicolo altri nomi eccellenti: dall’ex sindaco di Fiumicino Mario Canapini ai funzionari regionali Luigi Fegatelli e Raniero De Filippis, già finiti nell’inchiesta sulla gestione dei rifiti, in cui è implicato Manlio Cerroni. E poi Domenico Arcuri, ex amministratore delegato di «InviItalia», società controllata dal Mef, Ernesto Abaterusso, consigliere regionale pugliese, finito nell’indagine per fatti legati al suo passato ruolo di presidente del Cda di «Italia Navigando» e Andrea Ripa di Meana che della «Italia Navigando» è attuale Ad. In tutto persone, accusate a vario titolo di abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, appropriazione indebita e riciclaggio.
Le indagini, eseguite dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma, hanno scoperchiato un sistema di subappalti e concessioni irregolari, con un baratro che si aggira intorno ai 550 milioni di euro.
L'opera, detta anche Porto della Concordia, sarebbe dovuta diventare il fiore all'occhiello del litorale a nord della capitale e uno dei più importanti approdi turistici del Mediterraneo, con una capacità ricettiva di circa 1.500 posti barca.
L'intera area di cantiere, circa un milione di metri quadrati, era stata già sequestrata nel novembre del 2012.