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Roma
Campi rom, Raggi e Salvini sfidano Strasburgo: “Non può bloccare la legalità”

Raggi e Salvini uniti contro l'emergenza dei campi nomadi. Il sindaco di Roma e il Ministro leghista annunciano che non ci sarà nessun dietrofront davanti allo stop della corte di Strasbugo.

 

Raggi e Salvini avanti a braccetto sulla questione rom, con il Ministro degli Interni che, dopo un confronto con il sindaco pentastellato, ha assicurato la massima disponibilità: "A me interessa che la legalità a prescindere dalle lettere delle corti venga ripristinata questo è e questo sarà. Ho messo a disposizione la forza pubblica per garantirlo - annuncia Salvini - Mi pare che il comune abbia risposto in meno di 24 ore alle richieste della Corte. È una corte curiosa quella che ci mette alcuni anni per arrivare ad alcuni sentenze e una manciata di minuti per altre decisioni. Non sarà Strasburgo a bloccare il ripristino della legalità nel Comune di Roma".  A chi gli ha chiesto poi un commento sulle dichiarazioni del Presidente della Repubblica, che ha ricordato come le leggi razziale del '38 portarono anche allo sterminio dei Rom, Salvini ha risposto: "Le attività dei singoli censimenti di chi vive nei campi prescinde dalla nazionalità e potrebbero essere anche svedesi o eschimesi".

Supporto quindi del Viminale al Comune, incoraggiato dallo stesso Salvini a "proseguire la via tracciata" nel superamento dei campi rom. "Chi pensa che per chiudere e superare un campo ci vogliano due giorni o non conosce la situazione o è in malafede - dichiara il sindaco Raggi - A Roma questa situazione dura da 10 anni e ha creato ghetti e serve un'azione ferma e di sistema, in collaborazione tra tutte le istituzioni". "Noi stiamo andando avanti - ha proseguito la Sindaca - già ieri abbiamo risposto alla Corte europea dei diritti dell'uomo. In un anno le persone si sono ridotte del 50%, ce ne siamo fatti carico noi. Un percorso mai tentato prima, dimostra che questa amministrazione è dalla parte della legalità, delle persone fragili".
 

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