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Roma
Caro energia, costi triplicati: 1000 artigiani romani a rischio chiusura

I costi dell'energia sono triplicati e sono a rischio 1000 imprese romane, considerando solo i settori produzione e ristorazione.

L'impennata dei costi energetici e delle materie prime stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese, e ora rischiano il fallimento almeno 1000 artigiani romani. A Roma l'inflazione è passata dallo 0,3% dell'anno scorso al 5,9% attuale e gli aumenti su elettricità, gas e altri combustibili registrano un +27%.

Effetto guerra: l'impatto sulle materie prime

La carenza di quelle provenienti dai paesi coinvolti nel conflitto ucraino (ferro, ghisa, acciaio, ghiaia, sabbia, argille, cereali e fertilizzanti), si è riversata sui prezzi dei prodotti in metallo, intaccando l'edilizia e il settore agroalimentare. I prezzi dei fertilizzanti hanno subito un +146,3%, mentre i prezzi dei metalli di base sono saliti del 48,4% e +43,5% per i cereali.

La crisi dell'artigianato romano: i numeri

A Roma si contano più di 66.300 imprese e a causa dell'aumento delle materie prime è fortemente condizionato il settore manifatturiero, già in forte crisi (legno, ferro, pelli, materie plastiche, stampa, tessile, ecc…). Seguono l'edilizia, l'autoriparazione, i trasporti, parte dei servizi, in primis quelli della persona, e la ristorazione artigiana (pasticcerie, pizzerie, cioccolaterie ecc….). Solo considerando le Micro e Piccole imprese, i settori manifatturieri contano 969 imprese con 4.618 addetti, con la carenza di materie prime che ne coinvolge 34.173 con 87.609 addetti. Sono inoltre 10.452 le imprese colpite dal caro carburanti per 37.274 addetti.

La risposta degli artigiani, Rotondo: “Aiuti del Comune non bastano”

L'aumento dei prezzi e la crisi che ne scaturisce preoccupano gli imprenditori anche sul fronte della clientela, la cui fidelizzazione potrebbe compromettersi e mantenere alta la qualità del prodotto e del servizio resta difficile. A ciò si aggiunge l’alto costo del lavoro e il continuo procrastinarsi degli interventi sul cuneo fiscale, o l’emergenza idrica, che solo a Roma coinvolge 1.467 imprese artigiane con 3.790 addetti. Sulla questione è intervenuto il presidente di Confartigianato Roma, Andrea Rotondo: “Fermare l’attività, con immediate conseguenze sull’occupazione, o alzare i prezzi generando maggiore inflazione e l’inevitabile rallentamento dell’economia non sono la soluzione. Non lo è nemmeno l’aumento di sussidi pubblici con il conseguente appesantimento delle finanze nazionali – ha sottolinea Rotondo - Il Comune potrebbe intervenire con un’azione di sistema, magari sulla tassazione locale, ma purtroppo il problema, per essere affrontato seriamente, necessita di un’azione sovranazionale”.

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