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Roma
Caso Cucchi, svolta nel processo: carabiniere accusa 2 colleghi del pestaggio

Caso Cucchi, svolta nel processo sulla morte del geometra romano. Francesco Tedesco, uno dei cinque carabinieri imputati, rompe il silenzio e confessa: indicati i due autori del pestaggio.

 

Si tratterebbe dei colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, accusati con Tedesco di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità. Tedesco avrebbe indicato loro come gli autori materiali della violenza, rivelando inoltre come il maresciallo Roberto Mandolini e il carabiniere Vincenzo Nicolardi fossero a conoscenza di quanto avvenuto. Ad annunciare la novità è il pm Giovanni Musarò che, davanti alla prima Corte d'Assise, rivela come, il 20 giugno scorso, Francesco Tedesco abbia presentato una denuncia in procura sulla vicenda, aseguito della quale, tra luglio e ottobre è stato sentito tre volte dai magistrati.

"Secondo quanto messo a verbale da Tedesco, Roberto Mandolini sapeva fin dall'inizio quanto accaduto - dice il pm - Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro furono gli autori del pestaggio su Cucchi e Vincenzo Nicolardi, quando testimoniò nel primo processo, mentì perché sapeva tutto e ne aveva parlato in precedenza con lui".

Una novità accolta con soddisfazione dalla sorella di Stefano, Ilaria, che tramite il proprio profilo Facebook dichiara: "Processo Cucchi. Udienza odierna ore 11.21. Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi".

 

Nel corso della nuova udienza del processo, è inoltre emersa una nuova incongruenza: una annotazione di servizio redatta da uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, il giorno della morte di Cucchi e da lui inviata alla stazione Appia dei carabinieri è sparita nel nulla. Il documento "assolutamente importante per la ricostruzione dei fatti, è stato sottratto" e non ce n'è più traccia, ha spiegato in aula il pm Giovanni Musarò.

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