Caso Cucchi, teste choc: “Disse che i carabinieri si erano divertiti con lui”
Al via il processo bis in corte d'Assise, coinvolti cinque militari
"Stefano mi disse che i carabinieri si erano divertiti con lui". Testimonianza choc durante il processo bis sulla morte di Stefano Cucchi, deceduto nell'ottobre del 2009 all'ospedale Pertini di Roma.
A parlare è Luigi Lainà, detenuto insieme al geometra romano all'epoca dei fatti. Il teste ha ribadito quando già dichiarato nel 2014, asserendo come Cucchi gli avrebbe riferito di essere stato picchiato da alcuni carabinieri: "Quando ho visto Stefano per la prima volta era gonfio come una zampogna - racconta Lainà - aveva ematomi sul viso e sugli zigomi, era viola, perdeva sangue da un orecchio, gli portai un caffé ma non riusciva neanche a deglutire. Quando gli ho visto la schiena sembrava uno scheletro, un cane bastonato, roba che neanche ad Auschwitz". "Disse che si erano divertiti con lui", ha aggiunto il testimone, riferendosi a Cucchi. Nel processo sono coinvolti cinque militari accusati, a seconda delle posizioni, di omicidio preterintezionale, abuso di autorità, calunnia e falso.
Parzialmente soddisfatta Ilaria Cucchi, sorella della vittima, da sempre in prima fila per ottenere giustizia e verità sui fatti del 2009: "L'udienza di oggi sta andando bene nel senso che sta emergendo una situazione che per anni è stata nascosta. Il racconto del detenuto Luigi Lainà è stato drammatico dal punto di vista emotivo: ho rivisto il carattere e i modi di fare di mio fratello Stefano e soprattutto ho rivissuto la sua sofferenza che per tanti anni è stata nascosta". "Per anni si è parlato di lesioni lievi - ha proseguito Ilaria, presente in aula assieme ai genitori - ma in realtà Stefano stava malissimo per colpa di quel dolore che è aumentato di ora in ora sino a farlo morire. In questi anni è stato tutto astratto, sembrava che mio fratello fosse morto senza una ragione, da oggi si comincia a capire cosa è effettivamente successo".