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Roma
Centrodestra: è "guerra tra bande". A Roma bruciato un candidato al giorno

Irene Pivetti sindaco? L'idea c'è e come anticipato da Affaritaliani.it viene da Silvio Berlusconi con lo zampino di Gianni Letta che ha tessuto la trama con Matteo Salvini nel tentativo di compattare almeno due dei tre attori. Ma dopo il "veto" su Bertolaso, i Fratelli d'Italia finiscono la pantomima della pretattica e scoprono le carte. Fabio Rampelli, leader dei Gabbiani e inventore delle notti di luna piena al Colle Oppio, sogna di fare il candidato a sindaco di Roma con il 5% attribuito dai sondaggi. Ma scoppia subito la bufera. E che tira vento di faida tra gli eredi della Destra romana, appare chiaro dalle parole di Francesco Storace.
Tutto chiaro? Se c'è qualche dubbio, riepiloghiamo con una sintesi "brutale" il caos che regna nel centrodestra romano tra veti, controveti e contro-controveti. Tutto perché nessuno vuole andare con Marchini e allora parte il frullatore dei candidati. Tre gli attori: Francesco Storace che si candida a sindaco e si candida alle primarie che non ci sono. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia e "sorella d'Italia" di Fabio Rampelli che ora invece si candida; infine Andrea Augello, senatore e "battitore libero", l'unico ad aver capito che l'eredità di An vale qualcosa più di Forza Italia e che spera di fare bottino pieno.
La novità del 9 febbraio. Rampelli rompe gli indugi e lo fa seguendo una liturgia che riporta all'impero romano, cioé durante un incontro con i rappresentanti di varie associazioni attive a Roma in settori come il sociale e l'urbanistica, ovviamente vicine a lui. E parla da candidato mandando un messaggio ai "fratelli leghisti": "La corruzione esiste non solo a Roma. È un'autentica piaga: non c'è una Roma ladrona, una Roma corrotta. La corruzione non conosce latitudine come dimostrano i casi del Mose o dell'Expo". Poi scopre le carte: "Fdi non agisce per personalismi: siamo a disposizione della coalizione e di Roma ma non ci si può imporre un candidato sindaco di cui noi non abbiamo stima da un punto di vista politico. Non si può entrare a gamba tesa ed imporre un candidato sindaco alla coalizione di centrodestra".
Visto che ci siamo c'è spazio per Olimpiadi, Acea e nomadi: "Se le Olimpiadi si faranno, dovranno essere sobrie e a basso impatto economico ed ambientale". e e l'urbanistica. "No a impianti faraonici e sì alla centralità del Foro Italico... Abbiamo un problema nomadi di cui alcuni si ricordano solo in occasione di casi eclatanti di criminalità o quando si leva qualche grande fumo tossico dai campi... Siamo contrari alla privatizzazione di Acea che è l'unica azienda partecipata dal Comune che produce utili e li riversa sulla società. Vendere vuol dire privarsi di una possibilità di reddito".
E visto ancora che destra, centrodestra e destra centro litigano, c'è anche il soccorso forzista di Francesco Giro: "Stiamo ragionando serenamente ma deve valere lo schema di Bologna perché serve un candidato unitario che è la condizione imprescindibile per vincere. La voce di Fdi conta molto, Forza Italia dirà la sua e cercheremo di tiare una quadra. Rampelli è una persona conosciuta e stimata qui a Roma ma devono decidere i leader".
Ultima voce quella di Francesco Storace: "Dicono che il centrodestra abbia trovato il candidato giusto per Roma pur di non presentare me, un medico, di Genova, un po' scroccone...", che twitta il suo dissenso contro le primarie fantasma e riapre la partita infinita col il solito stile battutista.

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