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Roma
Chikungunya, parte la raccolta straordinaria di sangue: associazioni in campo

Passano da 27 a 47, di cui almeno uno in provincia di Latina, i casi accertati di persone che nel Lazio hanno contratto la Chikungunya. Parte la raccolta straordinaria di sangue nelle Asl non bloccate dalle misure di prevenzione contro la diffusione del virus. Dopo lo stop per 1 milione e 200 mila romani, la Regione Lazio corre ai ripari con un vertice con le associazioni di donatori.

 

È stato chiesto ai Comuni di procedere alla disinfestazione delle aree interessate". Nicola Zingaretti ha annunciato giovedì che i casi di contagio non avrebbero intaccato il sistema sanitario e si è mosso con rapidità per mantenere la promessa. Al tavolo di discussione si sono seduti i rappresentanti di Avis Lazio e Avis Roma, Croce Rossa Lazio e Roma, Avis Provinciale Roma, La rete di tutti Onlus, Avis Provinciale Latina, EMA Roma, Associazione Donatori di sangue Roma Est e Ematos Fidas. Tutti chiamati a raccolta per un dispiegamento di forze ben concertato. “Ringraziamo per la pronta collaborazione dimostrata tutte le Associazioni dei Donatori Sangue che si sono immediatamente attivate nel fornire informazioni ai donatori e che si sono rilevate pronte a lavorare tutti insieme per affrontare questa emergenza. Si ricorda, inoltre, che come ha sottolineato il Centro Nazionale Sangue nel resto di Roma e del Lazio si può e si deve donare”, afferma una nota diffusa dalla Regione Lazio.

Nessun rischio imminente, quindi, ma negli ospedali la situazione era già critica prima che il virus Chikungunya, trasmesso dalla comune zanzara tigre infetta, si diffondesse. A fine agosto le operazioni ospedaliere considerate non d'urgenza rimanevano bloccate finché il paziente non garantiva all'ospedale donatori che integrassero il sangue necessario per eseguire l'intervento. É quanto successo a Miriam L. che ha contattato parenti e amici per aiutare il padre in lista da lungo tempo per un intervento al cuore. L'ospedale romano dov'era ricoverato ha rimandato l'operazione di due giornate proprio per carenza di sangue. Nessun obbligo di fornire donatori, ma una richiesta pressante per non rimanere senza scorte di sangue. E questo succedeva il 31 agosto scorso all'Ospedale San Camillo, prima che si parlasse di Chikungunya.

I casi di emergenza come potrebbe diventare quella del virus, però, prevedono misure straordinarie per evitare una vera e propria crisi sanitaria. Il Centro nazionale sangue, infatti, precisa che se una Regione rimane con scorte scarse di sangue, le altre intervengono per fornire quello che hanno in surplus. Esiste poi una riserva emergenziale atta a rispondere ai casi più gravi come i terremoti e altri eventi catastrofici.

Intanto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie si è espresso riguardo ai possibili nuovi contagi: “Si prevede che nel prossimo futuro si verifichino altri casi di Chikungunya. Dato che le condizioni ambientali nella zona dovrebbero restare simili nelle prossime settimane – si legge nel documento di valutazione del rischio legato ai focolai italiani - la probabilità di ulteriori trasmissioni nella Regione del Lazio è elevata”. Il rischio di una diffusione rapida è quindi reale: “Il fatto che il primo evento di trasmissione si stima sia avvenuto intorno alla metà di luglio 2017, o prima che i casi siano stati segnalati in due aree separate e che diversi casi aggiuntivi siano sotto monitoraggio, suggerisce che la trasmissione locale è un mezzo efficace per la diffusione del malattia”, scrive l'Ecdc. Gli Stati dell’Ue pertanto “dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di segnalare qualsiasi caso confermato di Chikungunya fra chi viaggiato in Italia nelle due settimane precedenti l'inizio dei sintomi alle autorità sanitarie italiane” ed escludere temporaneamente dalle donazioni di sangue i viaggiatori che sono stati nelle aree interessate dal virus.

Le misure raccomandate per non essere colpiti dalle zanzare infette sono di semplice attiazione: l'uso di zanzariere, di abiti a maniche lunghe e pantaloni lunghi, dormire e riposare in camere schermate o climatizzate e utilizzare reti anti-zanzara durante la notte e il giorno”.

 

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