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Roma
Civitavecchia: scoperte 32 barche non dichiarate al Fisco, scatta maxi multa

Ancorate con tanto di posto barca, con bandiera estera ma di proprietà di italiani che avevano “dimenticato” di dichiararle al fisco: sono ben 32 le imbarcazioni che la Guardia di Finanza, del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia, hanno scoperto nel porto a nord di Roma.

Continua senza sosta la migrazione fittizia degli armatori italiani verso i registri navali esteri per dismettere la bandiera italiana dalle loro imbarcazioni a favore di una bandiera di un altro paese. Questa pratica consente agli armatori da un lato di aggirare la normativa italiana sulle dotazioni di sicurezza, che prevede la presenza a bordo di attrezzature con caratteristiche specifiche, dall’altro di tentare la “schermatura” del reale possesso del bene, rendendo difficile la valutazione della reale capacità contributiva.

Incrociati i dati delle barche con le dichiarazioni di proprietari e armatori

Entrambi i tentativi non sono passati inosservati alle Fiamme Gialle del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia che hanno svolto mirate indagini finanziarie mediante l’utilizzo di banche dati informatiche, incrociando i dati delle imbarcazioni battenti bandiera estera fermate durante gli oltre 1600 controlli di polizia in mare, con le dichiarazioni fiscali degli armatori/proprietari che si sono rivelate in contrasto con il possesso del bene ed il reale tenore di vita.

La barca con bandiera estera va nella dichiarazione dei redditi

La proprietà di un’unità navale con bandiera estera equivale al possesso di un bene mobile registrato all’estero e, pertanto, deve essere dichiarato nell’apposito quadro “RW” della dichiarazione dei redditi per consentire di individuare la giusta capacità contributiva dell’armatore/proprietario.

L’attività svolta testimonia la costante presenza della Guardia di Finanza a contrasto dell’evasione fiscale anche in mare tramite la componente speciale dei Reparti Aeronavali, a tutela degli interessi economici dello Stato e della Carta Costituzionale che all’articolo 53 recita :“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.







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