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Roma
Clan Spada, arrestato nel 2018 rischia la mano. Appello a Mattarella e Conte

E' indicato come uno degli affiliati del clan Spada di Ostia ed è in carcere dopo la retata del 25 gennaio del 2018, quella in cui il clan per la prima volta fu decapitato con il 416 bis: a più di un anno di distanza, Mauro Caramia, detenuto prima a Rebibbia e poi trasferito a Santa Maria Capua Vetere, rischia di perdere una mano “per assenza di cure”.

Lo sostiene il legale di fiducia Rita Chiara Furneri che ha inviato una lettera la ministro di Grazia e Giustizia, Bonafede, al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziara, al presidente della repubblica, Mattarella e al presidente del Consiglio Conte, con la quale ripercorrono la storia della malattia di Caramia dal giorno dell'arresto sino ad oggi, con il calvario di visite, “senza però che sia stato sottoposto ad alcuna visita specialistica per verificare lo stato di salute della mano”.

Insomma, secondo i legali, Caramia potrebbe perdere la mano sinistra, da qui l'appello a Bonafede, Mattarella e Conte.

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