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Roma
Cocaina nei salotti notturni della Roma “bene”, blitz nei locali dei Parioli

Cocaina e armi nei salotti romani della movida, nei quartieri della Roma “bene”.

 

Ventuno persone sono state arrestate a conclusione di un'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma e condotta dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma. Cinque sono state fermate in flagranza di reato e 16 colpite da Ordinanza di Custodia Cautelare, per i reati di associazione per delinquere finalizzata all'illecita commercializzazione di sostanza stupefacente (cocaina), detenzione, spaccio, estorsione, minacce, porto clandestino e ricettazione di armi da sparo.

C'è anche una parente di Federica Mogherini, l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, tra le 21 persone arrestate. Si tratta di Gaia Mogherini, 28 anni, "nullafacente e pregiudicata", secondo quanto riportato nell'ordinanza cautelare, finita agli arresti domiciliari per detenzione e cessione di sostanza stupefacente. Gaia, figlia di un fratellastro molto più grande dell'ex ministro degli Esteri, era già finita ai domiciliari due anni fa nell'ambito di un'altra operazione della Dda.

Nel corso dell'attivita' investigativa sono stati sequestrati armi e droga. L'indagine ha riguardato il quartiere Parioli ed il mondo notturno della "Roma bene", con particolare riferimento a due locali notturni nei pressi di via Veneto, all'interno dei quali, uno degli indagati, espletava quotidianamente l'illecita attivita' di commercializzazione di cocaina.

L’attività investigativa ha consentito inoltre di scoprire una “filiera" nascosta di spacciatori, che dai locali nei pressi di Via Veneto, passando per vari quartieri della Capitale - San Giovanni, Anagnino e La Rustica - arrivavano in zona Casilina, dove è stata individuata un’organizzazione criminale che operava a Roma e Provincia da diversi anni. La spiccata caratura criminale dei singoli indagati, è emersa immediatamente per diverse ragioni: i metodi intimidatori utilizzati per ottenere il pagamento dello stupefacente, scon minacce di morte ai debitori o ai loro stessi collaboratori pur di ottenere il pagamento della droga; la purezza della cocaina spacciata, pari al 97%. Una purezza altissima, senza precedenti nella storia recente del territorio nazionale, che rivela come lo stupefacente derivi da approvvigionamenti giunti in Italia da luoghi esteri di lavorazione, senza aver subito “rimaneggiamenti". Un dettaglio che palesa contatti diretti dell’organizzazione smantellata con soggetti operanti nell’ambito del commercio internazionale di stupefacenti; la perseveranza e la sistematicità dello spaccio perdurava anche a seguito dell’arresto del capo promotore dell’associazione, il quale, unitamente agli altri sodali, continuava l'attività in barba agli arresti domiciliari. La gestione altamente organizzata dell’attività di smercio della cocaina è stata confermata dall'arresto del "ragioniere" dell’organizzazione, al quale è stata sequestrata non solo cocaina, denaro e materiale da confezionamento, ma anche la contabilità relativa alle molteplici transazioni illecite concluse con gli acquirenti/consumatori.


Ad ulteriore conferma della pericolosità degli indagati, uno di loro è stato arrestato mentre di notte,si aggirava per le vie della Capitale con indosso una pistola Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa, caricatore e 5 cartucce inseriti.

 

 

 

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