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Roma

Volevano lavorare in carcere e rischiano di passarci anche un anno, ma dietro le sbarre. Sono 90 gli aspiranti agenti di Polizia penitenziaria scoperti a barare ad un concorso pubblico e potrebbero essere coinvolte in una indagine della Procura di Roma su trucchi e irregolarita'.

Tutto è successo durante il concorso pubblico per allievi agenti del Corpo della Polizia Penitenziaria, che si e' tenuto alla Fiera di Roma dal 20 al 22 aprile. Il caso, ora all'attenzione della magistratura che sta valutando l'avvio di un procedimento, e' stato segnalato dalla stessa amministrazione penitenziaria che aveva istituito un'apposita 'task force' per la vigilanza. I partecipanti al concorso, sorpresi con auricolari, radiotrasmittenti e bracciali che contenevano le risposte esatte (oggetti tutti sequestrati), rischiano di finire nei guai per una legge del 1925: per la precisione, la n.475 del 19 aprile, articolo 1, che prevedendo la reclusione da tre mesi a un anno, sanziona penalmente "la falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignita' pubbliche".

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concorso polizia penitenziaria






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