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Roma
Dell'Utri e Gramazio, Pasquetta in carcere. Il racconto del senatore Giro

di Francesco Giro *


A pasquetta sono stato nel carcere di Rebibbia a visitare i detenuti e fra questi marcello Dell'Utri e luca Gramazio. Ero accompagnato dall'ispettore di polizia penitenziaria Luigi Giannelli, un uomo buono, meraviglioso, completamente impegnato nella vita carceraria con i suoi drammi e le sue piccole speranze.


Marcello Dell'Utri sta bene; la sua cella è piena di libri ammucchiati in cestelli di plastica che in cucina si usano solitamente per ordinare gli alimenti. Mi chiedo come mai non vi siano delle mensole. Marcello studia e ha appena sostenuto un paio di esami universitari in storia medievale e storia delle religioni e sta preparando storia contemporanea e storia dell'editoria. Dell'ultimo esame lo ha colpito molto la robustezza liturgica della chiesa ortodossa. Mentre entravo nella sua piccolissima cella marcello stava rispondendo con bella grafia all'ennesima lettera di una persona comune che gli manifestava solidarietà. Si lamenta solo di non potere usare una penna di calibro maggiore della classica BIC troppo sottile per la sua mano dolorante. Ma il regolamento carcerario non lo consente. A Marcello restano 20 mesi di carcere ne ha già scontati tre. Un uomo al quale voglio bene. Salutandolo l'ho stretto forte e lui ugualmente.

Anche Luca Gramazio è in buona forma. Dimagrito ma tonico; secondo me abusa con le sigarette. Mi chiede di tutti, si informa di tutto. amici parenti militanti che hanno intasato la mia mail. E' il Luca di sempre: energico e vitale.
Del processo non abbiamo parlato. Le regole non lo consentono: dovrebbe arrivare finalmente a sentenza a luglio dopo due anni di carcere preventivo duro, durante i quali Luca si è rifiutato di conoscere suo figlio Valerio nato nel 2015 quando lui entrava in carcere. Luca salutandomi si è raccomandato: "Confido in te Francesco: serenità e compostezza".


* Senatore di Forza Italia

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