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Roma
Disabili, anziani e stranieri: tutti i buchi neri della rete sociale di Roma

Nella rete del sociale di Roma si aprono ormai ogni giorno in rapida sequenza strappi e buchi neri. Sono prodotti da sciatteria diffusa che si muta in cinismo. Così diventano in breve tempo voragini che ingoiano, senza un solo urlo, disabili, tossicodipendenti homeless, anziani, donne straniere sole con i loro bambini.

 

Prendiamo il caso del Centro di Medicina Solidale Tor Bella Monaca. Attivato nel 2004 sul territorio della periferia sud-est di Roma come presidio sociosanitario aperto 12 ore rivolto alla cura delle fasce sociali fragili è punto di riferimento per 10.000 pazienti di cui 2.000 bambini e 400 donne con gravidanze fragili, senza assistenza. Nato in collaborazione con il vicino Policlinico Universitario che aveva fornito unità mediche e infermieristiche, funzionava da centro prelievi, ed erogava farmaci e presidi. Per carenza di documentazione catastale dei locali dove il centro operava il 2 gennaio del 2012 Tor Vergata ritirò il personale e sospese i servizi oltre al rimborso delle utenze. Da allora si è andati avanti con il volontariato di medici e personale e finanziando le spese con 150mila euro di fondi raccolti dalla Onlus e garantendo anche la distribuzione di pacchi viveri e medicinali a 200 nuclei familiari del quartiere.

Nel giugno 2014 è stato siglato un nuovo Protocollo di Intesa tra la Onlus e l’Ateneo di Tor Vergata. L’accordo ha consentito agli studenti di integrare i loro corsi di studio con attivita’ formative e tirocini pratici professionalizzanti svolti presso il Centro di Medicina Solidale. Nell’agosto del 2015 il Campidoglio in occasione del Giubileo ha riconosciuto il centro come punto di assistenza socio-sanitaria dedicato alle popolazioni migranti. Tutto inutile. Nel settembre del 2016 infatti il direttore generale del Policlinico Tor Vergata ha detto che la medicina solidale non interessa il Policlinico. Fine della storia. I medici volontari continuano il loro lavoro ma la vita del centro è ormai appesa ad un filo esilissimo. Può salvarlo la Regione. Ma questo è solo un caso. Denuncia e registra sulla sua pagina fb Erica Battaglia, ex consigliere comunale Pd, figlia d’arte nel senso che ha la difesa del sociale nel suo dna familiare visto che suo suo padre è l’ex assessore regionale alla sanità Augusto, la mappa aggiornata degli strappi.

“Chiude il centro Alzheimer a Tre Fontane che serve i Municipi VIII e IX - racconta su fb - Nessuno riceve cittadini, utenti e lavoratori. Stessa cosa mi racconta l'Ente nazionale Sordi di Roma. Nessuno risponde. Nessuno riceve. Stessa cosa negli altri municipi di Roma: in III dove l'Aec è a singhiozzo, in XIV dove i tagli si dichiarano senza colpo ferire, in XI dove si chiude il centro aggregativo per disabili gravissimi, in IV dove si sceglie di non sostenere le spese per il trasporto al nido dei bambini del carcere di Rebibbia, in VII o in XV dove le consulte per la disabilità vengono sfrattate. Roma parla. Nessuno ascolta” conclude Erica Battaglia. Nemmeno il grido d’allarme dell’Ente nazionale sordi viene raccolto: "Il nostro è rivolto alla Giunta e al Sindaco di Roma, Virginia Raggi: non veniamo ricevuti nonostante le nostre reiterate richieste. Azzerati i contributi, chiusi i servizi e ora anche uno sfratto: sono otto mesi che come Ente Nazionale Sordi chiediamo udienza e nella Capitale nessuno batte ciglio". Così in una nota Vittorio Corsini, Presidente della Sezione Provinciale di Roma dell'Ens (Ente nazionale sordi).

"La Sezione Provinciale ENS di Roma - continua la nota - rappresenta oltre 3000 persone sorde residenti nel territorio. Stiamo chiedendo l'autorizzazione per una manifestazione da aversi il prossimo inizio aprile in piazza del Campidoglio". “C'era una volta il Centro Alzheimer Tre Fontane, - denuncia Andrea Catarci ex presidente dell’VIII Municipio - un progetto d'eccellenza localizzato presso il complesso San Bernardo sulla via Laurentina. Dodici anni di eccellente lavoro, poi sono arrivati quei fenomeni del M5s e il servizio viene sospeso”. Il bando è stato svolto nel 2016 ma né il Comune né il Municipio procedono all’assegnazione… l’unica risposta che arriva dai vertici grillini è “stiamo facendo verifiche”….sulla pelle degli anziani verrebbe da concludere.

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