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Roma
Droga gestita come una società per azioni. 50 arresti nel fortino dei pusher

Smantellata a Frosinone un'organizzazione dedita al traffico degli stupefacenti. L'operazione della polizia e dei carabinieri denominata 'fireworks', per via dei fuochi pirotecnici che utilizzano i componenti della gang, per segnalare la disponibilità di droga, ha portato ad oltre 50 arresti.


Imponenti le forze dell'ordine schierate per l'occasione: 350 uomini, unità cinofile antidroga e elicotteri. Secondo gli investigatori l'organizzazione aveva costituito la sua base logistica e operativa all´interno di un noto complesso di edilizia residenziale pubblica, comunemente noto proprio con il nome di 'casermone'.

All'interno dell'organizzazione i compiti assegnati erano ben definiti, c'erano finanche "fogli di servizio" riportanti la programmazione dei turni settimanali, le sigle indicanti i ruoli e compiti ed i nomi dei complici incaricati di svolgere le mansioni programmate. L'associazione criminale aveva realizzato un vero e proprio punto vendita all'interno di una delle scale di salita ai piani alti, blindandone il portone d'ingresso e vietando l'accesso ai "non addetti" alle cessioni della droga posizionando delle vedette, pronte a dare l'allarme in caso di arrivo delle forze dell'ordine, gridando parole convenzionali: "carmela", per indicare l'arrivo della Polizia, e "nerone", per indicare l'arrivo dei Carabinieri.

Altri appartenenti all'organizzazione avevano il compito di "accogliere" gli acquirenti e indirizzarli verso il punto vendita, conosciuto da tutti come "finestrella" perché lo scambio droga/soldi avveniva attraverso una fessura, realizzata nel vetro blindato di una piccola finestra, situata al piano terra della tromba delle scale, monopolizzata dal gruppo criminale. A completare la piramide organizzativa vi erano dei veri e propri "capi turno" addetti a sovrintendere alla piazza di spaccio nonché altri associati incaricati di custodire lo stupefacente e preparare le dosi per la vendita. Il supermarket della droga era aperto 24 ore al giorno, ogni giorno della settimana, scanditi in veri e propri turni lavorativi permettendo di realizzare guadagni che raggiungevano anche cifre di 40mila euro al giorno.

ll ruolo operativo più delicato era riservato a chi si posizionava dietro il portone blindato, come addetto alle compravendite e custode - durante il suo turno - della "cassa" giornaliera, consistente in un borsello con all'interno le dosi di cocaina, hashish e marijuana pronte per lo spaccio, i soldi frutto delle cessioni e la contabilità delle vendite.

A completare la "disciplina" dell'organizzazione vi erano delle vere e proprie consegne scritte, a cui gli addetti ai ruoli operativi dovevano attenersi e la violazione di tali regole comportava sanzioni disciplinari, che andavano dalle semplici multe, con decurtazione dello "stipendio", alla sospensione temporanea dal "servizio", fino alla sanzione più grave consistente nell'espulsione dalla compagine criminale, con conseguente perdita dei lauti guadagni.

Dalle indagini condotte dai poliziotti della Squadra mobile della Questura di Frosinone e dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Frosinone, è emerso che gli associati erano "obbligati", durante il turno, a non distrarsi, a non fare uso di stupefacenti, a restare in piedi per mantenere alta la vigilanza, a tenere chiuso il portone blindato del punto vendita, la cui chiusura era rafforzata da un paletto in ferro, rimovibile solo dall'addetto posizionato all'interno. Di contro, per i sodali operativi, erano previsti dei veri e propri 'premi di produzione', che si aggiungevano allo stipendio fisso, quantificati in 100 euro per ogni addetto, qualora nel turno fossero stati totalizzati guadagni che superavano i 10mila euro.
Dalle intercettazioni ambientali è emerso che oltre alla irrogazione delle sanzioni, tali premi, nel gergo dell'associazione chiamati "botte", venivano maturati più volte al giorno e vi era una vera e propria disputa interna, per accaparrarsi i turni festivi e pre-festivi, in quanto erano giornate in cui si raggiungevano guadagni che sfioravano i 50mila euro.

Durante i blitz delle forze dell'ordine, infatti, sono stati sequestrati fogli della contabilità riportanti questi impressionanti saldi giornalieri, nonché gli incassi maturati nelle ore precedenti.
L'intero complesso di edilizia residenziale pubblica era "piegato" alle necessità del gruppo criminale che, oltre a blindare la scala adibita a "negozio" della droga, avevano realizzato vere e proprie barriere, formate da lance acuminate di ferro, sistemate in punti strategici per impedire che le forze di polizia potessero piombare all'interno del punto vendita sfruttando i corridoi ed i balconi del caseggiato. Un vero e proprio fortino della droga, quello preso d'assalto da polizia e carabinieri.

 

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