"Degli illustri voltagabbana dell’Opera di Roma mi occuperò nel mio prossimo libro". E' roboante il "Jaccuse" di Bruno Vespa, già vicepresidente del Teatro ora al centro di un vero e proprio vortice di numeri e accuse reciproche tra i responsabili dei conti del Costanzi.
"Finora mi sono astenuto rigorosamente dal commentare le vicende dell’Opera di Roma per un doveroso fairplay. Ma non posso accettare che il segretario della Uil Lazio, forse per un difetto di informazione, mi chiami in causa per il dissesto del teatro di cui sono stato vice presidente dal 2010 all’autunno dell’anno scorso - dichiara il conduttore Rai Bruno Vespa - Mi permetto di ricordare che la passata gestione, pur non ripianando i debiti di quelle precedenti, ha chiuso per la prima volta in pareggio i bilanci (certificati) del 2010, 2011 e 2012".
"Fino al settembre del 2013, quando presentammo l’ultima stagione - continua Vespa - il soprintendente e il direttore generale assicurarono al consiglio d’amministrazione e al collegio dei revisori che anche il quarto anno sarebbe stato chiuso in pareggio, tacendoci che nel corso dell’anno erano già state accumulate perdite comunque inferiori a quelle finali, dovute a un drastico taglio dei contributi locali e degli sponsor romani che – ieri come oggi – dovrebbero semplicemente vergognarsi. E questa omissione, come ho detto all’ex sovrintendente, è molto grave. Perciò, a ciascuno il suo".