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Roma
Elezioni Europee, carica di Forza Italia: “Stop populismo, ora soluzioni vere”

Elezioni Europe, lavoro, concretezza e "gavetta" per battere le facili risposte del populismo. Salvatore Ladaga suona la carica di Forza Italia suona la carica: "Stop politica urlata e populismi, ora serve concretezza per vere risposte".

 

 

Imprenditore e politico di lungo corso di Velletri, fortezza dorata dalla quale la lancia la sua personalissima sfida all'Europa. Da consigliere comunale in provincia di Roma al ruolo di europarlamentare, Salvatore Ladaga, candidato per la terza circoscrizione elettorale - centro Italia, tenta il triplo salto carpiato con Forza italia, confidando i propri programmi ad Affaritaliani.

 

Queste elezioni sono state descritte, in un senso o nell'altro, decisive per il futuro dell'Europa. Secondo lei è così?

“Rappresentano sicuramente un appuntamento molto importante. Bisogna però essere determinati e andare oltre le dichiarazioni spot molto facili in campagna elettorale. Dopo il 26 maggio, si dovrà lavorare con concretezza, per rendere l’Europa, come abbiamo già detto in più di una occasione, sempre più vicina alle istanze dei territori. Politiche del lavoro, sostegno alle piccole e medie imprese, snellimento della burocrazia che a volte rappresenta un ostacolo per le nostre aziende invece che aiutarle, immigrazione, agricoltura e difesa delle eccellenze italiane, sviluppo economico attraverso i fondi europei che possono fornire un contributo di assoluta rilevanza per i nostri territori: questi sono alcuni dei punti su cui impegnarsi a fondo. Su tali tematiche è opportuno dare risposte”.

 

Quali competenze può portare al Parlamento Europeo? Qual è la priorità per l'Italia?

“'Più europa in Comune', questo lo slogan che racchiude la mia storia, le mie origini. Da circa 35 anni sono consigliere comunale a Velletri, ho ricoperto incarichi anche negli enti locali, attualmente sono vice presidente del Cal ( Consiglio autonomie locali): questa esperienza sul territorio, mi aiuterà sicuramente a lavorare con incisività per le reali istanze dei nostri Comuni. In politica è fondamentale la gavetta e partire dal basso, proprio per capire al meglio le vere esigenze della cittadinanza. In questi anni la mia azione politica si è basata sul dialogo, confronto, disponibilità, sincerità e onestà, e soprattutto sul rispetto delle persone e delle istituzioni. Per il nostro Paese, come ho affermato in precedenza, gli aspetti più importanti su cui intervenire sono sicuramente il Lavoro, cercando di contrastare il preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile, con i ragazzi che troppo spesso non riescono ad ottenere una propria stabilita e crearsi un futuro. E ancora: Immigrazione, politiche sociali, fondi europei (dando ai singoli Comuni gli strumenti per accedere ai bandi). Infine, valorizzazione delle nostre eccellenze ( agricoltura e cultura in primis)”.

 

I tre partiti “euroscettici italiani”, M5S-Fdi e Lega, sono in 3 eurogruppi diversi.  Un'Europa sovranista è solo un’invenzione?

“Ritengo che la politica urlata, o peggio ancor il no a tutto non porti a risultati tangibili e concreti. Il sovranismo non rappresenta una risposta per i cittadini. In Europa ci sono alcune cose da cambiare proprio per non restare indietro e per contribuire allo sviluppo dei singoli Paesi.  Ma questo va fatto con il confronto, assumendosi le proprie responsabilità e facendo ognuno la propria parte. Ripeto: serve concretezza e non i toni da campagna elettorale eterna, che non risolvono nulla”.

 

I possibili successori di Junker sono divisi sulla questione migranti. Sarà l’Europa delle frontiere o dell’accoglienza?

“L’argomento è complesso e va trattato in modo equilibrato e con buonsenso. Ritengo che l’accoglienza e la solidarietà siano principi e valori fondanti della nostra storia, ma credo, come ho detto in più occasioni, che le politiche dell’accoglienza vadano decise insieme, mettendo in campo azioni strategiche dove ogni Stato debba fare la propria parte. Tutti devono essere protagonisti e non si può, come è successo in alcuni casi, lasciare soli i singoli Paesi, scaricando dunque il problema sui territori. La questione immigrazione va affrontata con chiarezza, trasparenza, rispetto delle regole, e con la massima condivisione e partecipazione da parte di tutti”.

 

La difficoltà del Regno Unito ad uscire dell’Europa cosa può insegnare all’Italia?

“Come ho già dichiarato, uscire dall’Europa non risolve i problemi dei singoli Stati. In Europa bisogna esserci per cercare di effettuare quei cambiamenti utili a dare risposte alle esigenze reali dei singoli territori. Il facile populismo, il no contro, non risolvono le criticità. Inoltre credo che, a parte le solite parole, l’Italia debba avere un governo nazionale in grado di far sentire la propria voce nelle sedi competenti, con determinazione, competenza, senza titubanze e soprattutto senza improvvisazione”.

 

È dal 1870 che il paese si divide su Roma Capitale, secondo lei qual è oggi il suo ruolo? Serve davvero una nuova legge speciale? Servono fondi diversi rispetto alle altre città

“Ritengo che Roma debba avere quei poteri e quelle funzioni adeguate per renderla alla pari delle altri capitali europee. Ma soprattutto il futuro della capitale non può essere strumentalizzato, come è avvenuto in questo periodo in campagna elettorale. Roma ha bisogno di risorse e fondi particolari, pensiamo in primis ai trasporti. E sbaglia chi pensa che dare poteri a Roma significhi aiutare questa o quella amministrazione. La Città eterna è dei romani, ed è un patrimonio di ricchezze enormi, pensiamo alla cultura, che vanno valorizzate ulteriormente. Inoltre, credo che la riforma di Roma vada inserita anche in un processo di cambiamento che possa valorizzare anche i comuni della provincia. Infatti, molto spesso la burocrazia e le infinite regole a volte non aiutano, ma anzi creano soltanto ulteriori limiti allo sviluppo economico dei singoli comuni. Per non pensare poi ai troppi cavilli che a volte ostacolano la realizzazione di opere strategiche, come le infrastrutture, indispensabili per i cittadini, e per la nostra economia”.

 

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