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Roma
“Facciamo più figli o la Sanità gratis sarà un ricordo”. Appello del Forum

I numeri del saldo nati-morti sono da brivido: “L'Italia sarà un Paese per vecchi ai quali nessuno potrà pagare pensioni e welfare”. L'allarme lo lancia Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità che da domani aprirà la due giorni con un confronto storico: Giorgia Meloni e Papa Francesco, una specie di Figli d'Italia in chiave politico religiosa.

De Palo, da un governo di Centrodestra e per di più guidato da una donna e una madre cosa, si aspetta?

“Mi aspetto tutto da tutti, nel senso che la mia storia si sa che ho lavorato con tutti e questi temi li porta avanti da 25 anni, quindi mi aspetto che la Meloni applichi e concretizzi le cose che ha detto quando è diventata premier. Il discorso sula natalità e la famiglia sia un segno grande e bello dal quale partire e ripartire".

Per Papa Francesco sarà la seconda volta. Un segno importante...

“Francesco parla sempre della natalità, è uno dei leader mondiali che ha compreso che ci sono state regalate tante fandonie, Un figlio non inquina, il qualunquismo inquina e la gestione delle risorse per l'arricchimento inquina la terra e l'essere umano”.

Tra i punti controversi c'è la natalità intesa come immigrazione e integrazione. Coniugare si può?

gianluigi de palo
 

“Senta questo è un tema complesso che non può essere semplificato. I passi sono l'aumento dell'assegno unico e il Governo sembra che ci stia mettendo impegno con; poi una revisione del Pnrr cercando di valorizzare questo aspetto e per finire una strategia italiana dell'immigrazione che tenga conto di una serie di possibilità che l'Italia può offrire. Su un tema così complesso bisogna uscire dalle logiche politiche. C'è l'assetto dei servizi, del lavoro meno precario, dei giovani. Va fatto un ragionamento tutto insieme perché oggi c'è un governo e domani chissà. La natalità è un tema che porteremo avanti per i prossimi 20 anni ed è determinante per il futuro del Paese. L'idea è di essere tutti convocati”

Cosa si aspetta da questa due giorni?

“Le idee che stanno uscendo e sono tutte interessanti e serve una sintesi politica anche per le imprese e il mondo dei media. Dobbiamo uscire dalla logica di commentare i dati Istat e iniziare a fare qualcosa ma a tutti i livelli, con le aziende che si stanno mettendo in gioco e che chiedono politiche familiari aziendali. Stiamo lavorando sul futuro e la natalità offre questa possibilità. Sarebbe stato bello il Pnrr due anni fa si fosse orientato verso queste politiche, ora andrebbe rivisto. Mette tanti sulla digitalizzazione senza pensa che non ci sono nativi digitali. Soldi sugli asili ma non nascono più bambini.Si parla tanto di innovazione ma i giovani l'innovazione di un figlio non la fanno. Nel Pnrr c'è un convitato di pietra. Poi se non ci sono giovani che vivono l'innovazione ci faremo poco e niente”.

Cerchiamo di capire: possono le agevolazioni fiscali incentivare la voglia di fare figli?

“Noi non chiediamo agevolazioni ma politiche. In Italia un single cha guadagna 50 mila euro paga meno tasse paga sempre meno di una famiglia che ne guadagna 100 mila e poi sono 6. Chi non ha figli, deve fare il tifo per politiche familiari, perché chi non ha figli benficerà un giorno delle tasse di chi i figli li ha e li ha fatti. Dobbiamo renderci contro che siamo in u Paese dove è necessario capire la solidarietà intergenerazionale. Tu beneficerai della fatica di chi i figli li ha fati educati e messi al mondo. Dobbiamo fare un salto di qualità: un figlio non è solo un fatto d'amore ma un bene comune. Anziani e giovani sono collegati per sempre”.

Se non dovesse accadere, cosa rischia l'Italia?

“Se nei prossimi 10 anni ci saranno 5 milioni di non autosufficienti in più quel costo chi lo paga. O aumentano i giovani o sarà a pagamento la sanità”.

Proviamo a dare i numeri. Quanti bimbi servono per salvare il Paese?

“La quota salvezza è di 500 mila nati ogni anno entro il 2033. Lo dice l'Istat perché se non invertiamo la tendenza il sistema che è già in crisi esploderà. Quest'anno siamo fermi a quota 399 mila. E le donne sono delle vittime, lo di ce sempre l'Istat: il desiderio in Italia è di averne 2,4, ma sono costrette a metterne al mondo 1,24. E' la media degli ultimi 20 anni”.

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