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Roma
Fake news e la repubblica dei politici falsi. Un esercito di alter ego finti

di Patrizio J. Macci

Si fanno chiamare Renzo Mattei (Matteo Renzi), Gianni Kuperlo (Gianni Cuperlo), Arfio Marchini (Alfio Marchini), D’Alema Er Massimo (Massimo D’Alema), Virginie Areggi (Virginia Raggi), Saggeo Salvini (Matteo Salvini) e stanno sempre con il dito ratto sullo smartphone per commentare eventi di cronaca come farebbe il personaggio al quale sono ispirati. Imitandone la forma mentis e i tic linguistici.

Twitter è l’oceano nel quale nuotano e dove lanciano i loro siluri a ogni ora del giorno e della notte.

In principio c’erano i politici che scrivevano articoli più o meno avvelenati sulle prime pagine dei quotidiani nascondendosi dietro un nome di fantasia (ma tutti o quasi sapevano quale mano ci fosse dietro alla penna), uno dei più famosi della Prima Repubblica è stato Ghino di Tacco alias Bettino Craxi. La loro maschera serviva a svelare opinioni e a firmare sottili analisi politiche utilizzando un filtro dello spessore di una zanzariera o poco più: ideale per il “gioco delle parti” amato dalla politica italiana. Agli albori si rammentano le prime pagine de “Il Male” alla fine degli anni Settanta che riproducevano notizie clamorosamente false utilizzando la grafica de La Repubblica e del Corriere (è passata alla storia quella con il titolo “Ugo Tognazzi è il capo delle Brigate Rosse).

È trascorso meno di mezzo secolo, i giornali cartacei sono stati superati abbondantemente dal digitale, è stata seppellita la Seconda Repubblica (e forse pure la Terza) ma loro continuano a esistere imperterriti. Però sono emigrati nell’universo social-virtuale del fake e hanno creato una vera e propria Fake Republic, una repubblica dei politici falsi o meglio verosimili.

Questo è il titolo del pamphlet di Romana Ranucci e Sara Dellabella “Fake Republic La satira politica ai tempi di twitter” (Ponte Sisto Editore). Il falso elevato al quadrato: apocrifi nel soggetto ma verosimili nei contenuti, come se Van Gogh dipingesse un campo di margherite invece che di girasoli.

Un’esilarante scorribanda tra i principali falsi personaggi (e chi si nasconde realmente) presenti in rete da destra a sinistra. Alcuni degli alter ego hanno preferito rimanere anonimi, altri interagiscono con i loro originali dando vita a siparietti virtuali da avanspettacolo con giornalisti che per correre dietro alle notizie si trovano a diffondere news provenienti da personaggi inventati e politici che si vedono attribuire dichiarazioni mai rilasciate.

Le autrici si spingono a fondo nell’analisi dei criteri teorici che sottendono al funzionamento del meccanismo di creazione delle false identità. Lo dimostrano quando sottolineano come, in ultima analisi, pur distorcendole parzialmente o sghignazzandoci sopra la satira digitale finisce per far circolare comunque le notizie. È nata una nuova forma di propagazione dell’informazione che, fino all’uscita di questo libro, era sfuggita a ogni radar.

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