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Roma
Fiumicino, l'ira delle maestre d'asilo precarie: “Montino ci vuole far fuori”

di Diana Maltagliati

 

Maestre d'asilo sul piede di guerra a Fiumicino: dopo anni di precariato, ora un concorso bandito dal Comune rischia di cancellare ogni possibilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato.

 

Educatrici di nido e scuole per l'infanzia attendono da anni di uscire dal novero dei precari e in molte si sono illuse di potercela finalmente fare grazie al decreto Madia, entrato in vigore il 1 gennaio. La nuova legge prevede la stabilizzazione diretta del personale interno attraverso le graduatorie dei concorsi pubblici già esistenti. Per questo le maestre hanno incrociato le braccia e si sono date appuntamento sotto gli uffici comunali, in Piazza Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Carmela Di Maio, che attualmente lavora all'asilo nido Allegro Ranocchio ed è da 12 anni educatrice precaria a Fiumicino, ha spiegato ad Affaritaliani.it cosa sta succedendo.

 

Carmela, mi spieghi, come mai state manifestando, cos'è che non funziona?

“A non funzionare è il concorso bandito dal comune di Fiumicino: è fallace perché non salva il precariato, ma lo butta fuori da asili nido e materne. Io lavoro da 12 anni come maestra precaria, ma in piazza insieme a me sono scese colleghe che lavorano da 15, 20, 25 anni per il Comune e ora rischiano di essere fatte fuori”.

In che senso fatte fuori?

“Nel senso che la legge che viene applicata, la 130, non tutela noi ma soltanto il Comune. Il bando per il concorso prevede l'assunzione agli asili nido di 32 persone, di cui 16 interne e 16 esterne, e di 19 alle materne, di cui 9 interne e 10 esterne. Se pensa che al nido noi siamo già più di una 60ina e le colleghe della materna sono 80 persone, si renderà conto che questi numeri sono inezie. Le precarie assunte saranno appena 25, rispetto a 140 persone che da anni aspettano un contratto serio”.

Avete avuto modo di parlare col sindaco Montino? Cosa vi ha risposto?

“Io a luglio sono addirittura salita sul tetto del Comune di Fiumicino per protesta e a quel punto Montino ci ha dato appuntamento. Ci ha ricevute in sala consigliare e ha promesso che avrebbe preso in considerazione qualunque alternativa legale. Intanto il decreto Madia è entrato in vigore il 1 gennaio e lui non l'ha voluto considerare. Quella sarebbe la vera soluzione e non capiamo la resistenza del sindaco a riguardo e questa sua posizione ferrea contro il decreto Madia”.

Se il Comune applicasse il decreto Madia risparmierebbe sui costi del concorso, vero? Cosa prevede il decreto?

“Esattamente. Si assumerebbe direttamente il personale interno precario procedendo per graduatorie già esistenti. Ovviamente il tutto in base ai fondi disponibili, perché la legge andrebbe a tutelare non solo noi lavoratrici ma anche il Comune stesso”.

Quali sono i costi di un nuovo concorso invece?

“Ci vogliono le sedi e ci vuole personale. Quando si indice un concorso bisogna pagare gli esaminatori, il presidente di commissione, gli straordinari degli impiegati chiamati a dover far fronte alle domande che il Comune riceve, le raccomandate, le sedi concorsuali. Inoltre noi maestre per poter partecipare mancheremmo al lavoro e dovremmo essere sostituite”.  


Lei da 12 anni è maestra d'asilo precaria. Ci spiega cosa vuol dire questo nella vita reale?

“Essere precaria significa che io non posso progettare nulla, perché non so mai se dopo che mi è scaduto un contratto ne arriverà uno nuovo per l'anno successivo. Non posso progettare una vacanza perché mi possono contattare ad agosto per un nuovo contratto. Non posso progettare un futuro: comprare una casa, investire, perché non mi danno i mutui... Umanamente sono tante le difficoltà. Inoltre se vengo accusata o coinvolta in fatti di cui non sono responsabile, per esempio se venissi accusata di picchiare i bambini, nessuno mi tutelerebbe perché il Comune in quei casi si deresponsabilizza e dà la colpa alle insegnanti”.

Quanto durano i contratti?

“I nostri contratti durano meno di un anno: vanno da settembre a giugno, poi noi maestre d'asilo nido proseguiamo a luglio, mentre le colleghe della materna si fermano per due mesi. In realtà, però, pure per noi luglio è un mese “facoltativo”, il contratto scade il 30 giugno”.

Se avete la “fortuna” di essere richiamate per settembre, non è detto che sia per lavorare nella stessa scuola dell'anno precedente, giusto?

“Sì, assolutamente. Per quanto mi riguarda questo è il secondo anno che lavoro nello stesso plesso, ma è un puro caso. Prima dell'Allegro Ranocchio ho lavorato in tutti i nidi di Fiumicino, ho lavorato a Maccarese a Torrimpietra, a Parco Leonardo...”

Oltre alle precarie manifestano anche le insegnanti di ruolo. Come mai?

“È da anni che chi ha un contratto a tempo indeterminato lavora fianco a fianco con le precarie, quindi protestano per darci il loro supporto e perché anche loro in passato si sono trovate per anni nella nostra stessa condizione.
Inoltre, oltre ai diritti delle educatrici, vogliono sottolineare le condizioni in cui versano asili nido e materne per chiedere che si trovino soluzioni. La manutenzione è inesistente, i nidi sono nel degrado. In alcune scuole siamo ridotte a piazzare secchi che raccolgano le infiltrazioni d'acqua o a passare gli strofinacci per evitare che i bambini scivolino e si facciano male. Nidi e materni sono fatiscenti, possono essere pericolosi... inoltre le lavatrici non funzionano e i riscaldamenti a volte nemmeno si accendono.


Montino il 23 febbraio scorso sul sito del Comune ha fatto pubblicare un bando per supplenze e sostituzioni per gli insegnanti delle scuole per l'infanzia lamentando da un lato carenza di personale nelle struttura. In un comunicato il sindaco dice: “Le difficoltà derivano soprattutto da continue e ripetute assenze per malattia da parte del personale, assenze che purtroppo si ripetono continuamente con punte soprattutto il lunedì e il venerdì”. Sembra quasi sottintendere che le educatrici manchino dal lavoro per farsi il weekend lungo. Lei cosa ne pensa?

“Prima di tutto questa cosa va dimostrata, poi sarà discussa dal nostro avvocato. Sono accuse gravi e vanno contestate. L'amministrazione si deresponsabilizza di tutto, per loro la colpa è sempre nostra”.

C'è, secondo lei, un'effettiva carenza di personale a Fiumicino?

“No, è una sciocchezza perché noi abbiamo graduatorie di 1500 persone che non aspettano altro che poter lavorare. Se c'è l'esigenza di chiamare un'educatrice in più o di avere una supplente, si può procedere coi nomi in graduatoria. Ci sono colleghe che non hanno contratti annuali come me, ma che lavorano a giornata. Funziona così: alle 7 del mattino si riceve una chiamata che avvisa che in un asilo nido o una scuola per l'infanzia c'è la necessità di una sostituzione. Il problema è che noi non abbiamo le ali e se ci avvisano alle 7 e per le 7.30 dobbiamo essere in asilo, dobbiamo davvero volare. Anche io l'ho fatto per tanti anni e queste mie colleghe lo fanno oggi perché comunque la volontà di lavorare c'è, a differenza di quello che dice il sindaco”.

 

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