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Roma
Fregene, guerra delle forchette tra il sindaco e il giornalista

di Patrizio J. Macci

È esplosa la "guerra delle forchette" a Fiumicino. I protagonisti  del conflitto sono Esterino Montino, dominus del Pd in Regione durante la presidenza di Renata Polverini e ora riparato in quel di Fiumicino dove è stato eletto primo cittadino e braccato da qualche noia giudiziaria. Contro, Marcello Sorgi, editorialista de "La Stampa" difensore d'ufficio della "famiglia Mastino" gestori da decenni di un celebre ristorante-stabilimento balneare dove i "cinematografari" romani da Fellini a Flaiano erano soliti andarsi a scrollare la polvere dai pensieri in attesa di scrivere la sceneggiatura della pellicola successiva, e i pescatori del luogo. Tutti quanti appassionatamente uniti dalla magia evocativa del posto e dagli spaghetti alle telline consumati sui tavoli del ristorante. Perché gli italiani, i romani in particolare, il vizio di discutere intorno a una tavola apparecchiata non riescono proprio a emendarlo.
Montino, dopo decenni di dimenticanza, ha deciso di dedicare una piazza al grandissimo sceneggiatore Ennio Flaiano che a Fregene, ridente località balneare del Lazio soprannominata la Perla del Tirreno, per un periodo della sua vita ha anche vissuto scegliendo di farsi seppellire proprio nel cimitero di Fiumicino. Qui sono stati scritti capolavori come "La dolce vita", sono state girate alcune scene de "Lo sceicco bianco". Fregene è stata la musa ispiratrice per una generazione di scrittori.
Pare che nell'allestimento della cerimonia siano stati dimenticati proprio i pescatori del luogo e la famiglia di celebri "ristoratori", ai quali spesso Flaiano raccontava lacerti di narrazione che sarebbero finiti nelle sue pagine. Alcuni personaggi felliniani sono uomini e donne realmente esistiti che i due artisti scovarono proprio in quei luoghi. La notizia è ghiotta (è proprio il caso di dirlo) e Marcello Sorgi salta su dalle pagine de "La Stampa", accusando Montino di dimenticare l'humus (il ristorante, e i pescatori) senza i quali nulla sarebbe stato possibile.
Montino risponde piccato, sciorinando le intitolazioni fatte dalla sua giunta a destra e a manca e accusando il giornalista di critica non costruttiva (tra una tellina e l'altra).
Lo slargo appena inaugurato, si può ammirare anche su google maps, in verità è bruttino assai. Una rotatoria per le automobili della grandezza di un monolocale in periferia. Alcuni orribili lampioni, simili ai tentacoli di un'astronave, completano l'arredo urbano. Si spera che almeno quelli siano stati scelti di proposito per ricordare il celebre "Marziano" che scende dal cielo.
Flaiano, negli ultimi anni di vita, guardava malinconicamente le nuove leve di scrittori e sceneggiatori seduti da "Rosati" a Piazza del Popolo e commentava sarcasticamente "fanno finta di essere noi, ma non hanno capito che il cinema sta morendo perché nessuno ascolta più le chiacchiere delle persone sugli autobus, nessuno è più in grado di raccogliere storie". Ora, aggiungiamo noi, sono i politici ad offrire nuovi spunti narrativi.
La diatriba si presterebbe infatti alla scrittura di un nuovo episodio de "I mostri" girato magari da Dino Risi. Nel finale, sfiancati per il caldo e la fatica, il politico e il giornalista potrebbero recitare in coro la battuta di Totò: "A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?". Magari due spaghetti con le telline tanto per fare pace.

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