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Roma
Fregene spiaggia mangiata dalle mareggiate: l'estate 2018 così è già morta

di Diana Maltagliati

Il mare divora la spiaggia di Fregene: l'acqua ha raggiunto e superato le cabine delle strutture balneari e ora minaccia i bar e i ristoranti dell'estate “trandy” romana.

 

È partita la gara di solidarietà dei concessionari degli stabilimenti, che si riuniscono per darsi una mano a vicenda e per mettere al sicuro le strutture, salvando il salvabile. Davanti a loro, però, si staglia la forza inesorabile del mare che sta erodendo tutto il litorale di Fregene sud. La mareggiata dello scorso weekend ha trascinato al largo le cabine e ora, sui pochi metri di spiaggia rimasti, quelle risparmiate dalla forza delle onde sembrano piccole vedette pronte alla resa.
Il 26 marzo in Regione si terrà la seconda conferenza dei servizi per discutere del contestatissimo “geotubo” pronto a salvare la spiaggia. I balneari intanto hanno ricevuto tramite Pec la richiesta di farsi carico delle spese di manutenzione e “dell'eventuale rimozione delle opere provvisorie”: senza un loro ok, tutto il progetto rischia di saltare.
Marco Falsarella, gestore della spiaggia più famosa di Fregene, il Singita Miracle Beach, ha scelto Affaritaliani.it per dare voce alle paure dei commercianti e dei cittadini.

Si sta parlando moltissimo di erosione della spiaggia. Qual è la situazione reale?

“A sud di Fregene la situazione è disperata perché ormai il mare è entrato nelle strutture balneari, si è portato via le cabine e ora è arrivato all'altezza di bar e ristoranti. Ma, al di là delle attività coinvolte, l'erosione si sta portando via la spiaggia. Non dobbiamo mai dimenticarci che quella è l'attrattiva principale della località. Centinaia di migliaia di villeggianti ogni estate vengono qui per una spiaggia che tra poco non ci sarà più. La preoccupazione più grande non sono le attività balneari, ma quello che sarà della località quando non esisterà più l'accesso al mare”.

Si prospetta una crisi molto più estesa rispetto a quella delle sole attività balneari, quindi?

“Certamente. Verrà meno tutto l'indotto del settore turistico, ma non solo. Oggi una casa a Fregene ha un valore, quando un domani la spiaggia non ci sarà più, questo valore verrà dimezzato. Una località che d'estate si riempie di persone crea un'economia territoriale importantissima; dietro ad ogni attività aperta ci sono centinaia di fornitori che non avranno più lavoro. Bisogna smettere di considerarlo un problema di Fregene sud: è un problema dell'intera località... e non solo. L'erosione ha già ha colpito Fiumicino, dopo Fregene toccherà a Focene, Maccarese, Passoscuro e così via”.

Quanto tempo ci vorrà perché la spiaggia sparisca, se non si interviene?

“È da qualche anno che la spiaggia di Fregene ha iniziato ad accorciarsi, però questo processo è degenerato negli ultimi 2 anni. Dalla scorsa estate avremo perso all'incirca 20 metri: la spiaggia sta arretrando in maniera sempre più veloce, bisogna intervenire subito o sarà troppo tardi”.

Una volta finito di “mangiare” la spiaggia, c'è anche il rischio che il mare continui l'erosione verso il centro abitato?

“Nel medio periodo c'è anche questa prospettiva, sì. L'acqua rischia di arrivare dentro le strade e le case”.

Lei ha parlato coi colleghi di Fregene sud, vi state dando una mano a vicenda?

“Ho passato il weekend con loro a sollevare sacchi di sabbia per tamponare il problema e mettere al sicuro, per quanto possibile, le strutture”.

L'amministrazione comunale ha chiesto ai balneari di Fregene sud di farsi carico delle spese di manutenzione del geotubo, secondo lei è una richiesta accettabile?

“Io e i colleghi abbiamo sempre dato piena disponibilità a condividere le eventuali spese di manutenzione, ma bisogna sedersi a un tavolo e capire davvero come verranno ripartiti i costi tra amministrazioni e privati. Ad oggi nessuno ha ancora quantificato quale sarebbe la spesa da affrontare. Di fronte a situazioni disperate, se qualcuno ti punta la pistola contro, sei costretto a firmare. Ma come si fa ad accettare a scatola chiusa? Sarebbe come mettere la firma a un assegno in bianco. I miei colleghi di Fregene sud, inoltre, hanno chiesto un abbattimento dei canoni concessori, visto che li stanno pagando su una spiaggia che non hanno, ma per ora la risposta è stata negativa. Noi auspichiamo che la situazione cambi presto, perché di fronte a una situazione così disperata bisogna venirsi tutti incontro. L'amministrazione comunale dovrebbe come prima cosa affrontare le amministrazioni regionali che hanno competenze in merito, per cercare di risolvere il problema. A quel punto sarebbe importante trovare una tecnologia innovativa ma soprattutto non invasiva da punto di vista ambientale, che permetta di proteggere tutto il litorale. Ad oggi si sta parlando del porto commerciale, può essere quella la nostra opportunità. Oltre al riscontro economico che si avrebbe a Fregene, si potrebbe far comparire nel capitolato di spesa del porto la voce dei costi per mettere a protezione il litorale. Così questa diventerebbe davvero una doppia opportunità per Fregene”.

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