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Roma
Gli rubano l'azienda con la firma digitale: la denuncia virale su TikTok

Con una smart card per la firma digitale, emessa dalla Camera di Commercio di Roma, il commercialista di fiducia gli “ruba” l'azienda e la vende “a due suoi amici”. Il processo penale va in prescrizione senza colpevoli e ora Alexandro Ladaga, imprenditore romano del settore sanitario racconta la sua storia surreale su TikTik. E il video diventa virale.

Il video è una ricostruzione sintetica di chi ha perso l'azienda per una truffa, ha avuto ragione in sede di Tribunale Civile ma dopo 15 anni non è stato risarcito e che in sede Penale si è visto beffare: la prescrizione ha condannato lui e la sua famiglia al pagamento delle spese processuali per 300 mila euro.

“Mi chiamo Alexandro Ladaga e voglio raccontarvi la storia aberrante che è accaduta a me e alla mia famiglia”, parte così il video da brivido”. “Eravamo proprietari di una società che operava nel campo medico nel cuore della Garbatella a Roma. Nel 2008 la Camera di Commercio di Roma senza che noi ne fossimo a conoscenza e senza che noi lo richiedessimo, ha emesso e consegnato al proprio incaricato della registrazione che all'epoca era il nostro commercialista di fiducia, due smart card per due firme digitali”.

Cosa prevede la legge per la firma digitale

“Forse non sapete che l'emissione di smart card per le firme digitali funziona un po' come la carta d'identità: bisogna cioè accertare che il richiedente sia proprio fisicamente quella persona che apporrà la firma digitale. Non può essere richiesta per procura o altro modo. L'incaricato della registrazione ha firmato un atto di cessione quote, consegnandola a due suoi amici. Iniziamo delle denunce querele ai nuovi presunti proprietari alla nostra società. Sono stati condannati ma è andata in prescrizione si sono svolti i processi civili dove sono stati condannati a pagare il prezzo ma ancora oggi dopo 15 anni non hanno mai pagato”.

L'esistenza delle smart card scoperta dopo 3 anni

 

“Nel 2011, dopo 3 anni dalla truffa, siamo venuti a conoscenza dell'esistenza delle smart card, poiché la Camera di Commercio tramite Infocert, inviò a me e a mio fratello due lettere dove dicevano che erano in scadenza le nostre smart card. A quel punto ci siamo domandati:noi non abbiamo smart card e quindi ci siamo recati alla Camera per chiedere spiegazione, A quel punto abbiamo fatto denuncia-querela all'incaricato della registrazione, chiedendo come fosse stata possibile questa colossale truffa. Lui dichiarando alla Camera di Commercio che non c'erano le firme autografe, ma una procura e la norma di legge non permette l'emissione per procura, ammettendo il fatto che la Camera di Comercio era a conoscenza fu assolto.

Allora, la rilevanza giuridica dell'illecita emissione dello smart card è stata accertata con sentenza del Tribunale. A quel punto fu promossa un'azione nei confronti della Camera di Comercio che bonariamente, non ha voluto ammettere il torto e siamo andati in causa. La causa è andata avanti, c'è stato il Covid, dopo tutto l'iter giudiziario, il giudice in data 20 gennaio 2021 e dopo due anni dall'ultima udienza, emette sentenza con la quale dichiara prescritti i diritti dei danneggiati e ci condanna al pagamento delle spese per 300 mila euro. Ironia della sorte anche l'incaricato della registrazione della Camera di Commercio che si è preso con pignoramento la sua quota”.

“Non si può permettere che questa vicenda rimanga nella aule di giustizia”

“A questo punto non ho altra strada che rivolgermi a cittadini come voi, come noi, perché questa aberrante vicenda non può rimanere nelle aule giudiziarie. E' come se si fosse creato un format: non si può permettere alla Camera di Commercio di rilasciare smart card senza accertare l'identità. Cedere beni o società non si può permettere. Chiedo a voi di condividere più possibile questo video”.

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