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Roma
Ha un tumore e fa la chemio, Inps senza pietà: “Invalidità? Aspetti 20 giorni”

di Fabio Carosi

Ha un tumore ghiandolare accertato, conosciuto come linfoma di Hodgkin, e da tre settimane è in cura al Policlinico Gemelli con la chemioterapia. Per lottare ha bisogno di assistenza, perciò chiede all'Inps di certificare la sua invalidità temporanea. Non solo deve aspettare 24 giorni per la visita della Commissione medica ma quando la ottiene le dicono che deve aspettare altri 20 giorni per l'esito.

Succede a Roma; accade a una ragazza di 25 anni che alla fine dell'estate ha iniziato un calvario di visite mediche per arrivare alla sentenza: è cancro linfatico. Valentina S. non si arrende e affronta col sorriso la sua croce: dal tour medico sino alla terapia invasiva ma di fronte alla burocrazia perde il sorriso: ha bisogno di una certificazione di invalidità per le agevolazioni delle spese sanitarie e per permettere alla mamma di accedere alla legge 104 per assentarsi dal lavoro e occuparsi di lei.

Così parte la lotta contro i burosauri e le loro procedure disumane. Va dal medico di base che l'11 novembre riempie i moduli per l'Inps, poi in un Patronato che inoltra la domanda all'Istituto di previdenza per via telematica, quindi aspetta con pazienza la data della visita medica. Nel frattempo nell'ufficio dove lavora la signora E.C. scatta la gara di solidarietà e i colleghi le donano un monte ore necessario per rimanere accanto alla ragazza. Arriva il 4 dicembre e Valentina S. si “sottopone” a visita medica. “Il più umano è stato il vigilante che mi ha fatto attendere in una stanza separata dal resto del pubblico – racconta ad affaritaliani.it – e questo per via delle mie difese immunitarie molto basse per la chemioterapia. Poi sono entrata davanti a 4 medici che mi hanno chiesto “come stavo”. Potete immaginare la mia risposta, come stavo è scritto nelle carte: tumore allo stadio 2 di 4, chemioterapia e debolezza. Ma il colpo di teatro arriva quando spiego che all'ospedale mi hanno inserito nel braccio destro un “pic porter”, una specie di bottone che mi evita ogni volta che devo fare la chemio di far bucare le mie vene. E' come un tubicino che porta le sostanze via vena in prossimità del cuore. Sorpresa: i medici dell'Inps conoscono il “pic” ma non il nuovo modello di “pic porter” e allora chiedono di vedere l'impianto e li accontento”.

La visita si conclude e dopo qualche minuto la Commissione emette il verdetto: “Tra 20 giorni le mandiamo il verbale a casa, in alternativa se ha le credenziali per accedere al sistema telematico dell'Inps lo potrà leggere tra 24 ore”. “E se non ho il pin”, chiede la giovane? La riposta è agghiacciante come solo la burocrazia folle può concepire: “Semplice: fa richiesta on line ed entro 20 giorni le vengono spedite via posta le credenziali”.

Morale: per il verbale bisogna aspettare 20 giorni ma si può leggere via computer aspettando 20 giorni le credenziali. Gira che ti rigira devi aspettare sempre 20 giorni. In alternativa potrebbe uscire nuovamente di casa, armarsi di mascherina anti batteri, e sempre con la mamma che ha terminato i giorni di ferie, ri-andare al Patronato e chiedere a loro di accedere al cassetto Inps e scaricare il verbale. Roba semplice per chi è in salute, molto più complicata per chi da 20 giorni è provato dalla sua lotta contro il cancro.

Conclude Valentina amaramente: “In questo Paese è più facile combattere un tumore che la burocrazia. Sono uomini senza pietà, Gattopardi che hanno in mente solo se stessi”.

Nota del cronista: nella giornata di ieri è stato contattato telefonicamente l'Ufficio Stampa dell'Inps che ha confermato la procedura: “Entro 20 giorni il verbale a casa, oppure col pin nelle 24 ore successive la visita. Se non ha il pin lo può richiedere e le verrà spedito a casa entro al massimo 20 giorni”. Nessun ha mai pensato di stampare il verbale e consegnarlo alle persone interessate, oppure spedirlo via mail. Troppo semplice e troppo poco costoso.

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