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Roma
I Dem di Ostia travolti dalla vendetta per Mafia Capitale
Andrea Tassone

di Patrizio J. Macci

Oltre quarantamila preferenze per Virginia Raggi nel Decimo Municipio sciolto per mafia. Una marea a cinque stelle ha travolto quello che rimaneva del Partito Democratico nel territorio del Mare di Roma, dove l'ultimo presidente del Municipio targato Pd è agli arresti domiciliari perché coinvolto nell'inchiesta "Mafia Capitale".
Gli elettori puniscono la formazione politica che ritengono maggiormente responsabile dell'abbandono in cui versano le strade tormentate da buche che sembrano crateri, del caos della linea Roma-Lido, dello stato di abbandono che regna sul litorale con stabilimenti sequestrati dall'Autorità Giudiziaria e spiagge libere non presidiate sporche e abbandonate.
Non è servita a nulla neanche la discesa in campo dei big del territorio, Davide Bordoni, Alessandro Onorato, Beatrice Lorenzin che fino a ventiquattr'ore prima del silenzio elettorale hanno messo la faccia spendendosi in prima persona per Alfio Marchini. Silvio Berlusconi ha cercato di resuscitare il suo tocco magico per battezzare Marchini come suo delfino, ma anche lui ha fatto cilecca.
Marchini rimedia poco più di diecimila voti, quelli che probabilmente avrebbe potuto prendere Onorato da solo. La disfatta era nell'aria per il Partito Democratico, il tour del candidato Giachetti in alcuni punti strategici del municipio si era svolto in un'atmosfera "lunare" con pochissimi cittadini al seguito. Il tessuto connettivo delle sezioni del Pd sul territorio è ormai praticamente ridotto a zero. Alcune sono state chiuse perché occupavano locali dove non veniva pagato il canone di locazione, altre abbandonate per mancanza di militanti.
Giorgia Meloni correndo da sola è un'incollatura da Roberto Giachetti senza padrini. È lei la nuova interprete del tessuto connettivo produttivo del territorio che storicamente votava per Berlusconi.
La situazione è però destinata a rimanere gattopardesca, perché il Ministro Alfano ha prospettato un prolungamento del commissariamento, quindi di votare per il rinnovo del Consiglio Municipale non se ne parla almeno fino a tutto il 2017. L'opera di bonifica dall'amministrazione dalle infiltrazioni malavitose è appena all'inizio e poche ore prima del voto un appartenente a un clan mafioso veniva ferito proprio a pochi metri dalla sede del Municipio. Tutto cambia ma nulla cambia. La mafia ad Ostia è come la nebbia raccontata da Totò: "C'è ma non si vede".

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