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Roma
I Radicali sfidano Giachetti. Appoggio condizionato: “No a Stadio e Olimpiadi”

di Alberto Berlini

I Radicali abbandonano la rosa nel pugno per presentarsi al tavolo della vittoria con  Roberto Giachetti sindaco di Roma. Il partito di Marco Pannella ed Emma Bonino si schiera per quello che era il suo enfant prodige poi passato al Partito Democratico e gli affida un programma in 12 punti. Ma è un matrimonio che nasce con due punti oscuri che rischiano di diventare punti deboli di una campagna elettorale che si annuncia ricca di colpi bassi.
Motivo di contrasto la visione della prossima Roma che passa dalle Olimpiadi del 2024 e finisce allo Stadio della Roma. Tra i radicali e Giachetti le visioni sono opposte. Il candidato del Pd e del centrosinistra si è già espresso a favore della candidatura della città ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024 senza perdere tempo con il referendum chiesto invece proprio dai radicali che vorrebbero lasciare decidere ai romani.

“Noi presentiamo a Ghiachetti la nostra offerta politica – commenta ad Affaritaliani.it Riccardo Magi, consigliere uscente – con l'esperienza di questi anni di amministrazione , e se, come ha detto, vuole impegnarsi in un cambiamento radicale, noi siamo pronti ad appoggiarlo, ma deve dirci come intende affrontare i problemi che gli sottoponiamo e le nostre soluzioni”.
Ma sulle Olimpiadi avete visioni diverse...
“Noi vogliamo che siano i romani a decidere, ora la commissione per il referendum ha tempo fino al 20 aprile per decidere sull'ammissibilità del nostro quesito, poi parallelamente alla campagna elettorale andremo avanti con la raccolta delle 30mila firme necessarie. Tra i tanti proclami, tra cui quello del M5S, noi Radicali siamo stati gli unici a portare avanti un serio percorso per lasciare davvero decidere ai romani cosa vogliono nel futuro della loro città. E' doveroso per noi ascoltare i cittadini ed è necessario essere chiari così come su quello che il Coni intende fare con le opere che verranno lasciate alla città, come il villaggio olimpico di Tor Vergata”.
Ecco sul futuro dei vostri rapporti con Roberto Giachetti pesa però anche lo Stadio della Roma. Lui favorevole, voi contro.
“Contro su come è nato il progetto. Un errore concedere la pubblica utilità così come non è chiaro che ne sarà del Business Park, un enorme progetto di cemento in un momento di contrazione dell'economia residenziale”.
Non state di certo porgendo una rosa al candidato, quanto più un pugno? Quando vi vedrete?
“Ci siamo sentiti e ci vedremo presto, deve essere chiaro che noi portiamo delle idee che sono delle soluzioni per la città secondo un cambiamento radicale che noi vogliamo per Roma. Ora spetta a Giachetti dire se sta con noi oppure meno. Noi siamo pronti a portare il nostro contributo su 12 punti che riteniamo irrinunciabili.
La “cura del ferro” ha fallito, serve un piano strutturato su sistemi innovativi, flessibili e leggeri con l’obiettivo di raggiungere entro cinque anni il 50% di spostamenti con trasporto pubblico.
Costruzione dei quattro eco-distretti al fine di ottenere prodotti o materie che possano essere reimpiegati sul mercato e di conseguenza diminuire la parte indifferenziata.
È necessaria la messa a gara di tutti i servizi gestiti “in house” dal Comune, la dismissione delle aziende che, non fornendo servizi pubblici essenziali, hanno finito per essere solo strumenti di clientelismo.
Basta alle concessioni di immobili a realtà politiche e associative in comodato d’uso o a titolo gratuito, aprendo invece spazi dotati di servizi per l’uso condiviso di una molteplicità di soggetti nell’arco delle 24 ore.
Creazione di cooperative di utenti, per metter fine alla mediazione del “cooperalato” che crea illegalità, bassa qualità e lunghe liste d’attesa.
Elezione diretta del Sindaco della Città Metropolitana e la suddivisione dei vecchi municipi in collegi uninominali per eleggere i rappresentanti superando il sistema delle preferenze.  
Trasformare i referendum oggi solo consultivi in vincolanti per il Sindaco e l’amministrazione.
Regole urbanistiche più favorevole per le attività nuove o in crescita e interventi strategici che siano di supporto a uno sviluppo libero: mobilità, servizi, spazi pubblici, tecnologie digitali, sicurezza partecipata.
Lbero al mare, abbattere il lungomuro, combattere l’abusivismo di concessioni illegali attraverso una regolare messa a gara, nel pieno rispetto del diritto.
Convertire il sistema di accoglienza dai grandi centri in periferia a un’accoglienza diffusa nella città.
Piano d’inclusione abitativa e sociale per i rom con tappe definite e monitorate.
Un piano di sviluppo almeno decennale per Roma, che discenda dall’ascolto della cittadinanza, delle organizzazioni e degli enti di ricerca, per attuare un disegno che migliori la qualità della vita, preservi l’ambiente, renda trasparente l’amministrazione.
Noi siamo pronti ad appoggiarlo, ora dica se sta con noi”.

 

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