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Roma
Ignazio Marino non si ferma più. Nuovo affondo contro il Pd

Incontenibile, inarrestabile con l'astio che si trasforma in una goccia quotidiana. Ignazio Marino rincara la dose sul Pd e si dichiara pronto a votare per Roberto Giachetti "se  si presenta con un foglio firmato da Matteo Renzi in cui dice che e' stata un'azione gravissima contro la legge del 1992 deporre il sindaco in uno studio di un notaio con un'alleanza con gli eletti della destra e di Marchini- Altrimenti mi dispiace, se non c'e' il rispetto di una legge dello Stato e della continuità del risanamento economico-finanziario non posso votarlo per gli occhi blu o castani".

Non pago di martellare ai fianchi, l'ex sindaco "marziano", fa avanti e indietro dal pianeta rosso e annuncia che "domenica 12 giugno alle 18 sarò a Ostia al circolo dei giovani democratici per discutere di cosa sia successo nella città di Roma anche in vista del voto del ballottaggio".

Quindi, dopo aver amministrato ora suggerisce la ricetta per ridurre il debito: "Immediatamente raggiungere la vendita, che era ormai completata, della Centrale del Latte che porterebbe nelle casse del Comune circa 30 milioni di euro. Immediatamente vendere un rocchetto di nichel che appartiene a un debito che dei privati avevano con il Comune che vale altri 30 milioni di euro. Sono 60 milioni di euro immediatamente spendibili".

E se il Pd avesse ancora qualche dubbio sulla sua posizione, ricara: "Certamente un errore è stato quello di non occuparsi e di affidare totalmente al Pd la scelta dei candidati al Consiglio comunale. Non avrei potuto immaginare che qualcuno poi, e spero dimostri totalmente la sua innocenza, sarebbe addirittura stato arrestato.

Il secondo errore - ha continuato l'ex primo cittadino - è stato quello di non cambiare durante i 28 mesi alcune figure più deboli all'interno dello staff e il terzo quello di cercare sempre un'eleganza istituzionale nei rapporti con il Governo e di non alzare la voce". "Io credo di aver sbagliato - ha aggiunto - a non alzare la voce quando, ad esempio la Regione Lazio e il capo del Governo per oltre due anni e mezzo hanno evitato di trasferire a Roma i soldi per il trasporto pubblico che le spettano". Le sue esternazioni le ha affidate a Radio Popolare Roma.

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