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Roma
Il grande Pelé torna in campo. Film verità sulla leggenda del calcio

di Marco Zonetti

Pelé torna a strabiliare e a commuovere gli spettatori, ma questa volta al cinema. Dal 26 maggio nelle sale, il film che racconta il sogno di Edson Arante do Nascimento, bambino nato povero in Brasile che, grazie alla sua straordinaria abilità nel calcio, vincerà - unico al mondo - tre campionati mondiali, deterrà il record di reti segnate in carriera, e verrà decretato Calciatore del Secolo e Pallone d’oro FIFA del secolo.
Il film diretto da Jeff e Mike Zimbalist ne esplora l’infanzia difficile nel povero villaggio brasiliano di Bauru, i rapporti con il padre - l’ex attaccante Dondinho costretto a lasciare la carriera per un infortunio - e con il ricco José Altafini, che inizialmente gli è ostile. E ovviamente la passione viscerale per il calcio, cui - troppo povero per potersi permettere un pallone vero e proprio - gioca per le strade del paese con un involto di stracci o con un pompelmo assieme agli amici.
Scosso dalla clamorosa sconfitta in casa ai mondiali del 1950, il Brasile - che sublima nel calcio i suoi mali atavici - ha un bisogno disperato di un campione che possa tornare a far sognare la gente, e il giovanissimo “Pelé” (soprannome nato da un errore di pronuncia del protagonista fan sfegatato del portiere Bilé), scoperto da Waldemar De Brito, diventa immediatamente il simbolo del riscatto di un intero paese per poi assurgere ad autentica leggenda mondiale.
Oltre a Pelé, interpretato dai bravissimi attori esordienti Leonardo Lima Carvalho e Kevin de Paula, la pellicola ha un secondo protagonista principale: il volksgeist brasiliano, la cosiddetta Ginga, l’ancestrale spirito di popolo che arde nel cuore del giovane calciatore e che ne decreta il genio incontrastato, rendendolo un paradigma di aerea e virile leggiadria, un Fred Astaire del pallone che pare volteggiare sul campo e, anticipando le coreografie di “Matrix”, dribblare gli avversari e restarsene indefinitamente a mezz’aria davanti alla porta rivale prima di calciare e segnare gol che hanno fatto la storia del calcio. Le emozionanti sequenze in campo delineano magistralmente il genio di Pelé, la sua ribellione interiore contro gli schemi prestabiliti e i “moduli”, e la magica sregolatezza che gli permetteva di compiere strabilianti acrobazie in azioni rimaste scolpite nella memoria dei tifosi del tempo, un’epoca d’oro in cui il calcio non era ancora irrimediabilmente contaminato dagli interessi ed era il più bel gioco del mondo.
Nelle sale italiane dal 26 maggio, da vedere.

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