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Roma
Ilary-Totti: “Giustizia a senso unico”. Codici: “Violata parità genitoriale"

Separazione Totti-Blasi, oltre il denaro e la villa, la vicenda ripropone il tema dell'affido condiviso e della giustizia a senso unico. L'associazione Codici denuncia lo svilimento dell'affido condiviso.

Spiega l'associazione: “E' una storia delicata. Una vicenda da trattare con la massima cautela, viste le sofferenze che si porta dietro una separazione ed il peso del clamore mediatico che sta avendo in virtù del coinvolgimento di due personaggi famosi. Parliamo della separazione tra Francesco Totti ed Ilary Blasi, su cui l’associazione Codici ha deciso di intervenire con una nota che vuole essere un invito alla riflessione ed alla presa d’atto di una triste realtà che ha trovato l’ennesima conferma di come vengono trattati dalla giustizia i casi di separazione. Il riferimento è alla prima decisione adottata dal Tribunale Civile di Roma, al tema della parità genitoriale e dell’affido condiviso”.

Giacomelli: "Si parla solo degli aspetti economici, ma i figli e i loro diritti"?

“Non vogliamo entrare nella vicenda personale di Totti e Blasi – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, la nostra attenzione è rivolta ai provvedimenti adottati, in quanto da anni come associazione siamo impegnati a seguire casi di separazione che spesso registrano un orientamento a senso unico da parte dei giudici. Su molti giornali si parla degli aspetti economici, dal valore della villa dell’Eur all’entità dell’assegno mensile da versare per i figli, ma a nostro avviso è stato tralasciato un aspetto invece centrale. Ci riferiamo alla condotta del Tribunale di Roma.

"Violata ancora una volta la parità genitoriale"

"Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come violi sistematicamente la parità genitoriale stabilita e sancita dalla legge - continua Giacomelli - senza che vi sia una effettiva istruttoria, i giudici di Roma, e non solo loro perché ci sono importanti precedenti che chiamano in causa la Cassazione, dichiarano l’affido condiviso, ma stabiliscono aprioristicamente il collocamento prevalente dei figli con la madre, di fatto svilendo completamente il ruolo paterno ed in barba al tanto strombazzato principio di affido condiviso. Il punto è che questa scelta non avviene sulla base di un percorso ragionato, costruito sul contraddittorio delle parti, eseguito seguendo le regole codificate nel codice di procedura, ma di un pregiudizio ormai fuori tempo del favor maternus. Quello che risulta evidente dai provvedimenti dei giudici romani è l’approccio acritico verso questa dottrina senza tenere effettivamente in considerazione l’interesse del minore di avere, in condizioni normali, rapporti costanti e paritari tra madre e padre. Certo, questo comporterebbe di non far beneficiare la madre di un assegno alimentare in conseguenza del diverso regime di collocamento ed allora la domanda sorge spontanea: non sarà questo il vero scopo di questi provvedimenti, in barba all’interesse dei figli? In una precedente legislatura c’è stato un coraggioso tentativo di ristabilire la parità tra padre e madre, con un consenso formidabile ed il solo dissenso di pseudo femministe che non fanno più onore alla straordinaria storia della rivoluzione femminile a cui noi guardiamo sempre con ammirazione. Chissà che il clamore mediatico che sta avendo la separazione tra Totti e Blasi non permetta di affrontare il tema vero della vicenda, ovvero la parità genitoriale e l’affido condiviso, riaprendo una riflessione seria e senza pregiudizi. Sarebbe un passo avanti importante, per la giustizia e per il rispetto di diritti che spesso vengono scavalcati da preconcetti e posizioni ideologiche fuori dalla realtà”.

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