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Roma
Incontri a luci rosse fake, ancora guai per l'estorsore seriale di siti porno

Organizzava incontro a luci rosse, contattava gli aspiranti clienti e poi li minacciava. Ma i siti delle escort erano “fake”.

Di nuovo nei guai l'estorsore seriale dei siti di incontri. I Carabinieri della Stazione Roma San Giovanni hanno notificato al 29enne di origini calabresi, già detenuto in carcere a Regina Coeli per il medesimo reato un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, perché ritenuto responsabile di un’altra serie di estorsioni continuate ai danni di uomini frequentatori di siti di incontri.

Al termine di un’attività investigativa che è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Gruppo reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti, diretto dal Procuratore Aggiunto Dott.ssa Lucia Lotti, i Carabinieri della Stazione Roma Piazza Dante sono riusciti a dimostrare che l’uomo si reso responsabile di ben 6 estorsioni, avvenute nell’arco temporale, tra marzo e settembre 2017, alcune tentate altre invece andate a buon fine.La tecnica eraormai collaudata e continuata nel tempo.

L’uomo aveva creato alcuni falsi profili di escort su diversi siti di incontri on-line dove indicava un numero di telefono e a cui gli uomini interessati, in cerca di incontri a luci rosse, potevano inviare messaggi tramite Whatsapp. Da li poi l’uomo richiamava gli ignari interessati clienti, accusandoli di aver fatto perdere tempo alle fantomatiche ragazze che si prostituivano e, spacciandosi per appartenente al noto clan dei Casamonica, li minacciava di rivelare il loro interesse per gli incontri hard, alle mogli, alle fidanzate, o di presentarsi presso i luoghi di lavoro per spifferare gli incontri extraconiugali, se non avessero pagato somme di denaro, in alcuni casi fino a 5.000 euro. L’arrestato minacciava le vittime asserendo che il sito di incontri visitato era di “sua proprietà e della sua famiglia”, pretendendo il risarcimento alle ragazze contattate per i mancati incontri.

Molte vittime sono cadute nella trappola, condizionati dalle capacità intimidatoria del nome Casamonica e dalla minaccia di rivelare le conversazioni imbarazzanti alle mogli ed alle fidanzate. Il pagamento veniva effettuato su carte ricaricabili che da accertamenti sono risultate riconducibili a lui. Anche l’utenza telefonica utilizzata per compiere le minacce, estrapolata dai tabulati telefonici, è risultata intestata a lui.

I militari hanno accertato, confrontando la cella che agganciava il suo cellulare, durante le chiamate effettuate alle vittime, era situata a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, dove nel periodo indicato si trovava agli arresti domiciliari per analoghi fatti. I casi di estorsione scoperti sono 6 e vanno ad aggiungersi ai 10 scoperti lo scorso luglio del 2017 dai Carabinieri della Compagnia Roma Trionfale, anche se gli inquirenti sospettano che ci siano altre vittime cadute nella rete criminale dell’estorsore.

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