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Roma
InvestyinItaly, un quartiere è in vendita. Urbanistica da furbi

di Francesco Sanvitto *

La chiamano “riqualificazione”, “recupero urbano”, poi vi aggiungeranno quattro tecnologie informatiche e sarà anche “smart city”, poi un pizzico di ecologia e risparmio energetico che non guasta mai questa diventerà la nuova ricetta della furbanistica imperante.
Mentre infuria la finta battaglia contro il consumo di suolo, con proposte di legge improponibili ed inutili (ormai neppure il palazzinaro più sprovveduto andrà a costruire in campagna), si sta scoprendo, in ritardo, la possibilità della speculazione al centro delle città.
Ecco l’accattivante opuscolo digitale che mette in vendita le frattaglie delle nostre città, il titolo è un invito agli investitori esteri “invest in Italy”, e cosa trovi da comprare?  Un pezzetto del tuo quartiere e parlo in qualità di residente a Marconi e da partecipante al comitato di quartiere Marconi (https://www.facebook.com/groups/821053087983576/?fref=ts ) e da organizzatore del Gruppo di lavoro Marconi ( https://www.facebook.com/Felice5stelle/?fref=ts ).

Cerchiamo di capire come si sono sviluppati i principi della furbanistica in città:
1) C’era una volta un Piano Regolatore Generale che prevedeva per le aree in questione una perimetrazione vasta comprendente tutte le parti della città ex industriale. La zona della stazione Trastevere e limitrofe era compresa in un perimetro denominato “saldamento Ostiense” perché il punto di forza avrebbe dovuto essere il ponte di collegamento attraverso il Tevere tra la circonvallazione Ostiense e via Fermi;
2) I privati non potevano per legge presentare progetti senza una progettazione unitaria pubblica di tutta l’area. L’interesse per il recupero urbano negli anni ’70 ed ’80 era men che nulla perché i palazzinari avevano vita e guadagni facili espandendo la città verso l’agro romano;
3) Con il nuovo PRG tutto diventa piu’ “fantasioso” (soprattutto l’invenzione di nuove definizioni che confondono la chiarezza delle norme) ed il perimetro rimane con nuovo nome Progetto Urbano Ostiense Marconi, ma il vincolo dell’ obbligo di progettazione non è piu’ molto chiaro, pur rimanendo definito in rosso  come si vede dalla foto dove le aree che ci interessano, sono quelle che comprendono il sedime ferroviario orizzontale;

urbanistica marconi 02
 

4) Passano un po’ di anni e ci si accorge che il perimetro viene modificato una decina di volte perché con “accordi di programma” e varianti urbanistiche si perdono pezzettini all’ interno del perimetro stesso . Come si vede ogni interesse particolare è riuscito ad edificare quello che  faceva più comodo alla proprietà a prescindere dall’ interesse pubblico e da un disegno urbano. La furbanistica è una somma di singoli interessi ed è la negazione della città, la furbanistica asseconda non solo i costruttori e gli immobiliaristi, ma asseconda anche le velleità dei politici di turno ed il caso emblematico è la passerelle pedonale che collega via Tirone al muro dell’ Italgas…. Una passerella larga 12 metri che avrebbe dovuto andare alla “città della scienza”… Poi Italgas non ha venduto e così si è ritenuto comunque di fare un po’ di spesa dimenticandosi che il famoso ponte del “saldamento” avrebbe potuto essere piu’ utile. Come si vede bene dalla planimetria l’area del progetto unitario è diventata un groviera e, variante su variante dal perimetro si sono estrapolati i vari “buchi” con progetti approvati “giusto” accordo di programma.
5) Oggi scopriamo che l’ultimo accordo di programma ritaglierà le aree pubbliche ferroviarie definendo un potpourri di destinazioni d’uso che sarà l’ennesima negazione di città.

Alla furbanistica, nel caso di Invest in Italy, si accompagna anche la furb-asta che è un asta dove non è chiaro il contenuto della vendita ed un investitore, immaginiamo tedesco, puo’ rimanere quantomeno perplesso: Perché ?
Perché si fa riferimento a fantomatici “accordi di programma” che ancora debbono terminare il loro iter di variante urbanistica e dove nulla di quello che viene enunciato è ancora stato approvato, ma è solo nella fantasia di chi ha redatto gli scarabocchi.
In una tale condizione di incertezza è chiaro che il ligio investitore si guarda bene dal proporre un prezzo tranne che non sia un giocatore d’azzardo e, quindi, il bene sarà acquisito a due lire dal furbo che tra le spese, conterà anche l’investimento per lubrificare i dirigenti (neppure i politici in questi casi) che asseconderanno ogni velleità facendo apparire per la vera riqualificazione urbana ogni immondezza edilizia cittadina.
Queste aree di risulta e di confine sono fondamentali per poter recuperare quello che è possibile della dignità urbana della nostra città. Roma è piena di questi pezzi di città dove il tessuto si è smarrito e aspetta solo di essere utilizzato per ricucire quello che ancora sia recuperabile di un disegno che ci permetta di vivere l’attraversamento urbano come una continuità di spazio piacevole e non come uno spezzatino di avanzi affastellati uno sull’ altro.

urbanistica marconi 01
 

Poche cose bastano per ridare il controllo della città, che è un bene collettivo, alla sua gente:
- Riportare la pianificazione esecutiva in mano all’ ente pubblico
- Decentrarla ai municipi competenti per territorio;
- Fermare in modo tassativo l’uso delle varianti urbanistiche e le procedure di “snellimento” quali quelle degli accordi di programma e conferenze di servizi;
- Coinvolgere i cittadini in veri processi di progettazione partecipata;
- Bloccare queste procedure di svendita ed attuare un processo di valorizzazione pubblica dei beni considerando come un valore il “servizio pubblico” che scaturisce dal bene trasformato (nella peggiore ipotesi di incapacità endemica dell’ ente territoriale trasformare la vendita del bene in una vendita del diritto superficiario).

Noi che siamo presenti sul territorio ci adopereremo affinché queste operazioni, da furbetti mafiosetti, si fermino sul nascere.

* Francesco Sanvitto, architetto, urbanista, coordinatore pro tempore del Gruppo di lavoro M5S sull'urbanistica e membro del Comitato di quartiere Marconi.

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