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Roma
Jeans 2017: il Pantone ha deciso: vincono due toni di blu e uno di celeste

di Tiziana Galli

 


Slink jeans, jeans strappati, jeans a vita bassa o alta, scoloriti, jeans a zampa o skinny: non c’è stagione che tenga il capo è iconico e lo è sempre. Piace ai giovani e ai meno giovani, chiari o scuri non fa differenza l’importante è portarli con disinvoltura e personalità.

 


Anche questa primavera il denim si conferma di gran moda con l’implicito conforto dell’Istituto Pantone che per quest’anno ha scelto i dieci colori di tendenza includendo ben due tonalità di blu ed una di celeste: Lapis Blue, pantone 19-4045, Niagara, pantone 17-41-4620, Island Paradise, pantone 14-4620.

I modelli di tendenza ormai sono tanti, adatti alle strutture corporee più asciutte e quelle più giunoniche: skinny, ovvero aderenti, senza calze e con lo stiletto ai piedi sono quelli più apprezzati dalle celebrities, chi le volesse imitare tenga conto che se ha gambe molto magre e una struttura fisica a clessidra dovrebbe portarli con gli stivali. Arriva la primavera e quello che una volta si copriva ora si esalta, quindi largo ai jeans che, con strappi maliziosi lascino intravedere stuzzicanti calze decorate. Per il resto, con una camicia bianca sono sempre un must, sia portati con tacco a spillo che con le sneakers, il look è completo se si aggiunge una giacca nera o un trench rosa polvere.

Il rossetto del colore giusto
Il rossetto? Bandite le mezze misure: color “nude” o rosso amaranto. E pensare che sono nati come semplici abiti da lavoro e ancora negli anni ‘50 non era possibile indossarli ovunque. Racconta un aneddoto che il celeberrimo attore e cantante Bing Crosby amasse particolarmente questo capo e, nel 1951, dopo una battuta di caccia, recatosi in jeans in un albergo di lusso di Vancouver, il portiere non ritenne di poterlo far entrare. L’azienda che detiene lo scettro delle vendite è ancora quella cui la tradizione attribuisce l’invenzione del capo: la Levis. Era il 1853 quando Levi Strauss fondò, a S. Francisco, la Levis Strauss & Co con l’intenzione di produrre capi d’abbigliamento per i minatori e i cercatori d’oro. Per motivi pratici la scelta del tessuto ricadde sul denim, stoffa resistente di color indaco. E secondo alcune scuole di pensiero, fu proprio un minatore ad indossare il primo Levis della storia, stanco di doversi continuamente cambiare i logori abiti da lavoro. Nel 1871 il sarto Jacob Davis concepì il modello che più si avvicina ai jeans contemporanei, aggiungendo i rivetti in rame per rinforzare i punti più delicati. Il 20 Maggio 1973 l’ufficio brevetti americano rilasciò, a Levi Strauss e a Jacob Davis, la licenza per la produzione in esclusiva dei resistenti pantaloni da lavoro che potevano essere indossati sopra gli abiti normali. L’esclusività decadde solo nel 1890 e nel 1900 si fecero avanti i brand Lee e Wrangler, da lì il resto è cosa nota.

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