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Roma
“La corruzione è il dramma di Roma”. Lo dicono gli studenti delle superiori

Eliminare corruzione, sporcizia, degrado, risollevare i trasporti pubblici e arrestare la decadenza della reputazione di Roma all’estero puntando sull’enorme patrimonio artistico culturale.

 


Sarebbe questa l’agenda del sindaco, se a vestire i panni del primo cittadino fossero i giovani romani. Lo dice l’Eurispes, che ha somministrato ai ragazzi di cinque scuole e alla Comunità di Sant’Egidio il sondaggio “Se fossi il sindaco di Roma”. Da qui è emerso che i giovani hanno le idee molto chiare su quali sono le giuste strategie per arrestare la progressiva decadenza della città. E’ interessante notare, infatti, come i ragazzi dimostrino una propensione netta verso atteggiamenti più rispettosi e diligenti nel rispetto della collettività.

La corruzione è avvertita come maggiore vergogna e difficoltà della città dal 29% degli intervistati, che individuano in Mafia Capitale la sua più eclatante conclamazione. Per il 18,2%, invece, il problema da affrontare con maggiore urgenza è quello della sporcizia e del degrado in cui la città eterna ormai versa e che interessa per lo più le aree periferiche senza, tuttavia, escludere le zone centrali.
Il vero delitto, però, per i giovani romani, è lo spreco inaudito dell’enorme potenziale artistico- culturale e del patrimonio storico della città con più siti Unesco al mondo. La gran parte di loro (64%) uscirebbe dal tunnel della declino valorizzando l’immagine di Roma in Italia e nel mondo, puntando sulla sua immortalità. Un apprezzamento importante quello sul lascito artistico-culturale da parte dei giovani, che osano una sensibilità lungimirante nei confronti del valore del patrimonio romano, tale da stimolare un’attenta riflessione da parte delle principali istituzioni. Un intervistato su tre, invece, punterebbe su modernizzazione e rinnovamento, elementi chiave per mettere Roma al passo con le altre capitali europee.

Quello della sporcizia e dell’incuria è un tema balzato più volte agli onori della cronaca che stride fortemente con la grande bellezza che la Città eterna custodisce. Il 41,7% degli intervistati ritiene che si dovrebbe richiedere un più consistente impegno del Comune, il 28,8% preferirebbe un atteggiamento sanzionatorio più severo e poi c’è chi valorizza l’educazione civica e sensibilizzazione al rispetto della città (18,9%), mentre il 10,4% ritiene molto efficace l’utilizzo delle telecamere di controllo.
Sul dramma dei trasporti pubblici cittadini e degli scioperi Atac, avvertito dalla stragrande maggioranza degli intervistati, la via suggerita è quella dei controlli  certi sul pagamento del biglietto (46%), il 28,3% investirebbe invece sulle vetture, insufficienti e in pessime condizioni. Il 9,1% proporrebbe di destinare risorse al personale per prevenire gli scioperi. “Per la città di Roma – scrive l’istituto - quello degli scioperi è un problema di notevole rilevanza. Da gennaio a settembre 2015 sono stati effettuati ben 193 scioperi del trasporto pubblico locale, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2014 (135). L’Urbe ne ha contati da gennaio a settembre 2015 quota 16, per una media di due scioperi al mese”.

Ad ogni modo, i ragazzi sono i più sensibili a risolvere il soffocamento della mobilità attraverso soluzioni sostenibili per l’ambiente. Più dell’85% di loro ritiene necessaria una fitta rete di piste ciclabili, affiancate  da vetture pubbliche ecosostenibili.

La strategia giusta per difendere Roma dalla minaccia del terrorismo, invece, è affidarsi agli investigatori dei servizi segreti. A pensarla così e' il 28,5% dei giovani, sSu percentuali di poco inferiori (25,8%) si attestano quanti potenzierebbero gli strumenti di videosorveglianza e le intercettazioni mentre il 20,2%, rafforzerebbe la presenza dell'esercito in città e il 15,9% invierebbe rappresentanti delle forze dell'ordine in borghese. “Le risposte dei ragazzi - spiega Eurispes - indicano chiaramente che, di fronte ad una minaccia pervasiva e di origine sfuggente come il terrorismo internazionale, la sola azione di vigilanza da parte delle forze dell'ordine non può bastare. L'attività dei servizi, per sua natura di respiro internazionale, appare cruciale per prevenire attacchi ed individuare soggetti e movimenti che possono rappresentare un'insidia per il Paese”.

Infine, per amministrare la città il 75,5% degli intervistati si circonderebbe di giovani, capaci di interpretare i nuovi problemi e proporre cambiamento, mentre meno di un giovane su quattro, il 23,5%, farebbe ricorso alla figura di esperti, vista la complessità dei problemi da affrontare. “Quella della contrapposizione tra giovani, forieri del cambiamento da una parte ed esperti dall’altra riflette una tematica calda anche a livello politico nazionale, dove negli ultimi anni si è progressivamente assistito all’entrata in scena di forze che fuggono i classici sistemi partitici per proporsi come alternativa di rinnovamento” fa notare l’Eurispes.

SCARICA E LEGGI IL SONDAGGIO EURISPES

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