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Roma
La Raggi “caccia” il ribelle Fucci, revocato l'incarico da Vicesindaco

Virginia Raggi ha firmato la revoca ufficiale di Fabio Fucci da vicesindaco della Città Metropolitana di Roma.

 

Il provvedimento è datato 29 gennaio e sancisce la rottura definitiva del primo cittadino di Pomezia dal Movimento Cinque Stelle.
Il sindaco pentastellato era finito nell’occhio del ciclone a fine dicembre in seguito alla sua decisione di volersi ricandidare al Comune alle porte di Roma con una sua lista civica per il terzo mandato, contravvenendo così alle regole del Movimento 5 Stelle.
La linea era stata già dettata da Luigi Di Maio che era intervenuto. “Il sindaco di Pomezia si autoesclude dal Movimento”, aveva puntualizzato. Così la Raggi ha firmato la revoca del suo vice nell’ex Provincia di Roma per “il venire meno del rapporto di fiducia con ripercussioni anche nell’ambito dei rapporti politici all’interno della maggioranza consiliare”.
Le dimissioni di Fucci erano state chieste dal M5S prima di Natale nel corso di una riunione della maggioranza M5S della Citta' Metropolitana: dimissioni che erano state rigettate dal diretto interessato il quale, pero', aveva riconsegnato le deleghe.

L'opposizione: "Ennesimo fallimento dell'M5S"

“Il Consiglio Metropolitano continua ad essere ostaggio delle lotte intestine del M5S. La revoca di Fabio Fucci dalla carica di vice sindaco è la prova, l’ennesima, dell’incapacità amministrativa del M5S. Un partito che sembra riuscire a mettersi d’accordo solo quando si tratta di assegnare poltrone, incarichi e consulenze, come dimostrano le ultime notizie su Acea”, lo ha dichiarato Svetlana Celli, presidente della Commissione Sport della Città Metropolitana di Roma.  
“Si vede che le ragioni che avevano portato la Raggi a scegliere Fucci come proprio vice sindaco contano meno dell’assoluta fedeltà alle direttive di Grillo & Casaleggio. A poco più di un anno dall’insediamento del M5S, la Città Metropolitana di Roma è diventata l’esempio di come non andrebbe amministrato un ente”.

Le insidie delle regole grilline

Le regole interne applicate alla lettera dai 5 Stelle per il caso di Fabio Fucci, sindaco grillino di Pomezia che il prossimo anno intende candidarsi con una lista Civica per un secondo mandato dopo il no ricevuto da Movimento - ne ha gia' fatto uno da consigliere e uno da primo cittadino - se applicate in Campidoglio metterebbero fuori gioco buona parte dei volti di punta del Movimento romano.
Le regole interne applicate alla lettera dai 5 Stelle per il caso di Fabio Fucci, se applicate anche in Campidoglio metterebbero fuori gioco buona parte dei volti di punta del Movimento romano.
A partire dalla sindaca Virginia Raggi, che ha già alle spalle un mandato da consigliera, seppur durato solo due anni e mezzo vista la fine anticipata dell'esperienza di Ignazio Marino, e quindi non potrebbe correre per la riconferma a Palazzo Senatorio. Come lei non potrebbero ricandidarsi nemmeno il presidente dell'Assemblea Capitolina Marcello De Vito, l'assessore allo Sport Daniele Frongia, il capogruppo in aula Paolo Ferrara, il presidente della Commissione Mobilita' Enrico Stefano, quello della Commissione Ambiente Daniele Diaco. Insomma, il nucleo centrale dell'attività politica del Campidoglio a 5 Stelle.


 

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