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Roma
La “Via del Mare” dello spaccio: 6 arresti tra Ostia, Acilia e Dragona

Ostia, Acilia e Dragona, l'operazione “Via del Mare” della Polizia di Stato porta a 6 arresti: sgominati i capi di due clan rivali della zona. Le 6 misure cautelari in carcere per tentato omicidio, sequestro di persona, porto abusivo di armi da sparo, esplosione di colpi di arma da fuoco in luogo pubblico e lesioni personali aggravate.

 

Dalle prime ore di martedì mattina è in corso un’operazione di Polizia Giudiziaria sul litorale romano, nei territori di Acilia, Ostia, Dragona e Dragoncello, volta a scardinare due organizzazioni criminali, i clan “Sanguedolce” e “Costagliola”, che si stavano da tempo fronteggiando a colpi d’arma da fuoco per l’egemonia territoriale, in particolare nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita a carico di: Costagliola Gerardo, Costagliola Emanuele (classe 1988), Costagliola Emanuele (classe 1989), Mazzei Michael, Sanguedolce Alessio e Tirocchi Gianluca. Destinatari di avviso di garanzia e contestuale decreto di perquisizione invece sono: Sanguedolce Daniele e Antonacci Valerio. Tutte quante le persone indagate sono risiedenti tra Acilia, Ostia, Dragona e Dragoncello.

I fatti contestati a vario titolo vanno dalle lesioni personali, al sequestro di persona fino ad arrivare al tentato omicidio, e rappresentano il culmine di un conflitto, che andava avanti da tempo, tra due fazioni rivali nel controllo delle zone di spaccio di droga sul triangolo territoriale di Acilia, Ostia, Dragona e Dragoncello. Nello specifico si sono verificati due violenti scontri nella giornata del 7 giugno 2018, quando, a seguito di una lite avvenuta la settimana precedente, che ha sempre come sfondo lo smercio dello stupefacente, i due gruppi antagonisti, facenti capo alle famiglie dei Sanguedolce e dei Costagliola, sono arrivati ad affrontarsi in modo diretto ed in contrapposizione armata davanti al bar Grease di Dragoncello.

Le riprese delle telecamere, le intercettazioni telefoniche degli indagati e quelle ambientali collocate presso il bar Grease, l’analisi del loro traffico telefonico, tutti gli accertamenti posteriormente effettuati, hanno permesso di ricostruire sinergicamente e dettagliatamente i fatti oggi contestati agli indagati.

Gli episodi, avvenuti in una piazza attorniata da diversi palazzi, quando ancora vi era luce solare, durati per quasi un’ora, con colpi di arma da fuoco esplosi, non sono stati oggetto di denuncia, ciò fa comprendere il clima di omertà imposto dal terrore che le due organizzazioni criminali autoctone incutevano, in conseguenza del livello di pericolosità e della autorevolezza che i loro componenti avevano raggiunto nell’ambiente in cui sfrontatamente ormai operavano. All’accertamento dei fatti si è invece giunti attraverso una meticolosa attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile romana coordinata dalla locale Procura Distrettuale Antimafia, per mezzo delle immagini registrate dalle telecamere da tempo installate nelle piazze e dalle conversazioni ambientali captate.

Entrambe le fazioni criminali hanno voluto dimostrare in forma eclatante e scenografica la loro forza egemone sul territorio, utilizzando sulla via pubblica e senza alcuna esitazione le armi da sparo, sparando volutamente per uccidere ed esplodendo colpi in area, sequestrando una persona all’interno di un’autovettura, il tutto senza curarsi della presenza di persone, anche minori, che erano presenti nelle vicinanze. Anche l’omertà dei soggetti coinvolti nei vari episodi raccontati, alcuni dei quali sentiti a verbale nelle varie fasi investigative posteriori, dimostra lo spessore criminale dei medesimi, che sono soliti non collaborare con le forze dell’ordine ritenendo di doversi occupare personalmente dei regolamenti di conti in sospeso.

A conferma della caratura criminale di tutti i soggetti indagati o in qualche modo partecipi agli eventi descritti, rilevano i loro precedenti penali ed i pregiudizi di polizia, che vanno, a vario titolo, dal traffico internazionale e dallo spaccio di sostanze stupefacenti al sequestro di persona, dalle rapine alla ricettazione, dal porto abusivo di armi da sparo ai furti, dalle lesioni personali alle minacce, dalle risse al porto di oggetti atti ad offendere. Continua, pertanto, dopo l’Operazione Regina (che ha visto l’esecuzione di 12 misure cautelari, su Ostia, nei confronti di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti), dopo l’Operazione Eclissi che ha sgominato il clan Spada e dopo vari arresti fatti su quei territori a seguito di eventi criminosi accaduti, la costante ed incisiva azione di contrasto della Procura Capitolina e della Polizia di Stato sulla litoranea, nei confronti dei sodalizi criminali presenti sul territorio di Ostia, Acilia e dintorni.

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