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Roma
Labrador, Golden e Terranova follia: ecco il segreto dei cani che salvano vite

di Valentina Renzopaoli

Cani che si tuffano nel mare in tempesta, si lanciano nel vuoto da un elicottero, sfidano il pericolo e salvano persone. Se è vero che Labrador, Golden retriever e Terranova hanno una attrazione istintiva per l'acqua, è vero, allo stesso modo, che i nostri “peluche giganti” sono campioni del mondo di divano, bramano più coccole dei neonati e sono legati alla ciotola come le calamite al metallo.

Come si fa a farli diventare veri e propri eroi? Roberto Gasbarri, presidente della Scuola Italiana Cani Salvataggio Centro-Meridionale ha scelto Affaritaliani.it per "svelare" il segreto. Nata trent'anni fa come associazione di volontari e amanti di cani, la Sics è diventata ormai una realtà riconosciuta a livello nazionale e internazionale, che vanta partership con istituzioni che si occupano delle sicurezza in mare, come la Guardia Costiera e le amministrazioni locali. Con i suoi circa venti istruttori, le sue 150 unità cinofile operative, e un piccolo esercito di alcune centinaia di cani e padroni che frequentano i corsi (solo nel Centro Italia), la scuola ha preso “casa” da un paio di mesi dentro Roma, sulla via Ardeatina a poche centinaia di metri dallo svincolo del Gra, diventando il centro di riferimento dell'intera regione Lazio per tutti coloro che vogliono fare attività con il proprio cane, principalmente in acqua.

Presidente, ci sveli subito l'arcano: qual è il segreto per far diventare i nostri cani degli eroi che salvano le persone?

"Il segreto è entrare in simbiosi, stabilire un legame che va oltre l'amore per tradursi in completa fiducia. Il cane e il padrone, attraverso un percorso educativo, diventano partner e compagni di squadra, così uniti da sfidare le difficoltà e riuscire a superare i propri limiti”.

Ci spieghi bene: quali cani possono frequentare i corsi?

“L'attività operativa di salvataggio in acqua, intesa come unità cinifila, è riservata ai cani di razza acquatica: Labrador, Golden retriever e Terranova. Ma la Sics propone molti percorsi. Innanzitutto, il percorso di formazione a terra è uguale per tutti, consente di ottenere stardard addestrativi molto alti, ed è utilissimo anche nella vita di tutti i giorni. Può essere frequentato da tutte le razze e tutte le tipologie di proprietari”.

Cosa ha di diverso il vostro metodo?

“E' un metodo esclusivo e brevettato, che ha ottenuto riconoscimenti anche su riviste scientifiche americane. La sua particolarità che tutto il sistema è basato su una forte crescita relazionale, tra cane e proprietario: ispirato quindi al concetto di coppia uomo/cane, che poi andrà a costituire l'unità cinofila. Si va quindi oltre i normali standard addestrativi per arrivare a quella che definiamo “relazione avanzata”, ovvero un'intesa eccezionale e sopra ogni cosa, che si crea tra due compagni di lavoro o di squadra. Ciò che si impara è utile anche nella quotidianità, quando ci si trova al parco, in mezzo ai bambini, tra i rumori delle auto o in luoghi sconosciuti. Insomma, quando si ha un'intesa perfetta si può affrontare qualsiasi situazione in modo non stressante e positivo”.

Parliamo dei padroni...

“L'anello debole della coppia...”

Eh già, infatti la sensazione che si ha, è che il percorso educativo sia anche e, forse, soprattutto, un percorso di presa di coscienza dei padroni, delle loro paure, delle loro insicurezze, delle loro piccole e grandi follie.

“E' esattamente così: la grande sfida dei sistemi educativi moderni è proprio quello di avere come principale obiettivo il proprietario. Se si vuole educare un cane in maniera realmente naturale, non si può prescindere da un passgagio fondamentale: l'avvicinamento del proprietario al proprio cane. Se il proprietario non è in grado di percepire le emozioni, le sensazioni, le aspettative del proprio cane, e di relazionarsi in modo comprensibile per lui, qualsiasi tipo di forma educativa non sarà mai realmente naturale. Bisogna capire e interloquire, altrimenti il cane percepirà i comandi come un'imposizione”.

Quali sono le principali richieste dei proprietari dei cani?

“Principalmente per chi ambisce a diventare unità cinofila, è l'ambizione di rendersi utili. Molti vengono semplicemente perché vogliono educare ed entrare in sintonia, altri per avere la possibilità di divertirsi e nuotare con il proprio cane”.

E quali sono le principali difficoltà?

“Riuscire a calare il proprietario umano in un contesto di attività tipicamente canine, in modo che il cane lo riconosca come partner privilegiato. Sembra facile a dirsi, ma è molto difficile perché l'uomo è restio. Se si vuole essere partner vero, già solo questo obiettivo determina un cambiamento delle abitudini. Una cosa è essere proprietario, una cosa è essere partner. E' un impegno non da poco, ma un passaggio obbligato”.

Cosa significa essere Unità cinofila della Sics?

“Ci tengo a dire che il cane bagnino è stato inventato in italia 30 anni fa; quindi il nostro Paese è leader mondiale in questo campo, tant'è che la Sics è impegnata in molti paesi stranieri per esportare il know how, dall'America, all'Europa - Spagna, Grecia, Germania. Essere un'unità cinofila significa avere una formazione molto completa e capacità operative superiori rispetto a quelle di un normale bagnino. Dopo aver superato la prova e ottenuto il brevetto della Scuola Italiana, si entra a far parte della squadra operativa e, in regime di volontariato, si presta la propria opera nell'ambito dei progetti di sicurezza balneare, in particolare di sorveglianza delle spiagge libere molto affollate.

Quanto è utile questa attività?

“Parlano i numeri: le nostre unità cinofile hanno una media di 33 salvataggi l'anno, che, ovviamente, si concentrano nel periodo estivo”.

Per chi non dovesse sentirsela di arrivare a questo traguardo?

“Tutti coloro che non hanno la possibilità di impegnarsi in attività operative o non hanno cani adatti, oggi possono comunque vivere incredibili emozioni in acqua, nuotare e godersi il cane in mare; e poi ci sono le attività sportive ludiche, fino al professionismo sportivo. Le attività sportive in acqua sono utilissime sia per la stimolazione di un rapporto sano di coppia tra proprietario e cane, sia per la forma fisica, perché non affatica le articolazioni dei cani, tanto che possono essere praticate anche da cani displasici e più anziani”.

Quali sono gli sport acquatici che possono essere praticati?

“Lo splash dog, le gare di tuffi, che sono spettacolari. Pensi che il campione del mondo salta otto metri e vola letteralmente sull'aqua. E poi c'è il freestyle, un equivalente dell'agility con un percorso a ostacoli, di nuoto invece che di corsa sul prato.

Senta presidente, secondo l'ultima ricerca Eurispes, tre famiglie su dieci accolgono un pet: nel 63% dei casi si tratta di. In un caso su due, gli animali dormono nel “lettone” con i padroni che sacrificano anche buona parte del loro tempo libero per accudirli. Un dato che dimostra come il rapporto con il cane si sia modificato profondamente nel tempo: secondo lei, oggi cosa rappresenta il cane?

“Per la mia esperienza, credo che questi cambiamenti siano assolutamente naturali. Il cane è la specie animale che in assoluto di più, ha imparato ad adattarsi alla convivenza umana. E' geneticamente fatto per seguire l'evoluzione dell'uomo, comprese le mode. Quindi è chiaro che, quando l'uomo viveva nelle caverne c'era un certo tipo di relazione; oggi, invece, i cani molto semplicemente si adeguano all'evoluzione, viaggiano in auto come le persone, hanno imparato ad andare sul surf, frequentano il ristorante seduti educatamente. E magari, dormono nel lettone. Non c'è molto da rimanere sbalorditi, fanno questo di mestiere da sempre, ci seguono e imparano a condividere con noi i nostri spazi: ed è proprio questo che li ha resi così forti”.

 

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