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Roma
Le due città: Roma tra disastri istituzionali e la vivacità di chi resiste

di Andrea Catarci *

Non poteva essere più netto e severo il parere del Politecnico di Torino sulla vicenda dello Stadio della Roma, previsto nella zona di Tor di Valle sui terreni dell'ex ippodromo realizzato per le Olimpiadi del 1960: sarà una catastrofe per la mobilità cittadina.

 

Nella relazione finale si considerano ampiamente insufficienti sia la promessa di un massiccio rafforzamento dell’offerta di trasporti pubblici che la realizzazione del nuovo asse derivante dall’unione della via del Mare con la via Ostiense. Né migliorerà l’allarmante quadro il ponte dei Congressi, che peraltro si prevede di finanziare con risorse pubbliche. C’è un’ampia probabilità di subire “un’estrema congestione” fin dalla cantierizzazione e si paventano rischi per la salute dei cittadini. Sono reputati indispensabili interventi sull’ambito ferroviario (linee Roma Lido ed FL1), sulla diversificazione dell’offerta con percorsi protetti ciclo-pedonali, sulla gestione della sosta con i sistemi di trasporto intelligente.Dopo due anni e mezzo di proclami e di provvedimenti supponenti, la Giunta Raggi ha annunciato di voler portare avanti il progetto nonostante tali campanelli d’allarme, avviando i lavori entro il 2019. Il rischio concreto è di essere di fronte ad un fallimento annunciato, anche a causa dell’inchiesta giudiziaria in corso sulle procedure seguite per l’impianto, la certezza è di essere in presenza di una compagine di governo capitolino che oltre i richiami ad un vuoto legalitarismo di facciata non sa andare, portando verso un punto di non ritorno persino il progetto su cui più aveva spinto nella propaganda e nelle politiche (sedicenti) di programmazione.

Roma allo sbando, con le Giunta Raggi a recitare una farsa

Roma è, dal 2008 ed oggi più di prima, una città piegata dalla lunga crisi di natura economica, sociale, culturale ed etica, incapace di darsi strategie per uscirne ed anche solo per porre un argine. Subisce quotidianamente le conseguenze di una cura e manutenzione urbana inesistenti, di servizi pubblici con standard indecenti, dell’assenza prolungata ed autolesionista di piani di sostegno al lavoro, ai giovani ed alla nuova impresa, di aziende comunali in crisi profonda, di un’urbanistica servile, di un immenso patrimonio pubblico in parte inutilizzato e gestito in maniera pessima, di un’economia sommersa caratterizzata dalla penetrazione di piccole e grandi organizzazioni criminali, di un arretramento del sistema scolastico e del contrasto alle povertà vecchie e nuove. Su tutte queste questioni in due anni e mezzo di governo capitolino targato M5s si sono registrati consistenti peggioramenti. La Giunta Raggi accompagna la deriva ed il declino rinunciando ad elaborare strategie finalizzate e rifugiandosi nella falsa narrazione del ‘va tutto bene, bene, bene, anzi benissimo’ che nell’ironia cittadina ha ormai scalzato persino il ‘chiamo eseccito’ di Alemanno: una specie di mondo alla rovescia, in cui l’evidenza viene negata attraverso i canali virtuali ed i social network con mezze verità e vere e proprie fake news, anche confondendo volutamente la comunicazione istituzionale con quella del partito di appartenenza.

L’altra Roma, quella che esiste e resiste

Ma non tutto crolla sotto i colpi di tanta irresponsabile protervia. A fronte dei disastrosi risultati riportati dal Campidoglio c’è una Roma vera che, in mezzo a tante difficoltà, esiste e resiste: nell’associazionismo e nelle realtà di base messe sotto sfratto e sotto accusa, nei lavori di cura di educatrici, operatori sociali e cooperazione, nelle lotte per l'abitare e la dignità, nella vivacità di comitati civici impegnati sui temi urbani e la tutela del territorio, nella produzione artistica e culturale dal basso, nell’innovazione prodotta sul terreno del lavoro e della produzione con i coworking, i fablab e le (poche) start up, nella restituzione di una funzione sociale a luoghi abbandonati dove rinascono palestre popolari e luoghi di socializzazione, nella riscoperta della vocazione agricola della città tramite decine di orti urbani in porzioni degradate di territorio, nell’abbellimento e nella riqualificazione dei quartieri popolari attraverso la Street Art, da Tor Marancia al Tiburtino. Ad aggravare le responsabilità del M5s verso la città c’è il fatto di aver scelto di osteggiare tali esperienze, le comunità locali in cui agiscono ed i Municipi che talvolta le sostengono, di averle prostrate, di minacciarle. Stanno in difesa, non sono parte di nessun progetto politico alternativo – che non c’è e non si vede né in Aula Giulio Cesare né fuori - ma questa guerra la Sindaca ed i suoi Assessori non possono vincerla comunque: è più forte l’altra Roma, quella che esiste e resiste.

 

* Andrea Catarci, esponente di Movimento Civico

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