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Roma
Le ragazze pazze per l'alcool e più dei maschi. Sono vittime dell'aperitivo

di Luca Benigni

Gli uomini vanno a tutta birra le donne invece vanno matte per gli aperitivi. Nel Lazio poi sono proprio le rappresentanti  di quello che fu il sesso debole a tirare in consumo di bevande alcoliche: bevono più birra, più amari, più aperitivi e non disdegnano i superalcolici.

Le consumatrici di birra  sono cresciute del 4.9, di aperitivi alcolici +5,3, amari +4,3 e super alcolici +4,5. Nel caso delle ultime due bevande, poi, i valori sono superiori rispetto a quelli medi nazionali. Insomma c’è allegria nell’aria ma non a livelli di guardia. Nel Lazio  infatti “la prevalenza di consumatori di almeno una bevanda alcolica è rimasta pressoché stabile nel 2016 rispetto alla precedente rilevazione, ed è stata pari al 75,7% tra gli uomini e al 52,2% tra le donne” .Questo racconta il Rapporto Istisan 'Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni' 2018 del direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol (Ona) dell'Iss, Emanuele Scafato, a margine della 17esima edizione dell'Alcohol Prevention Day, che si è tenuto nei giorni scorsi nella sede dell'Istituto Superiore di Sanità a Roma.

Nelle cinque province laziali tra gli uomini  i valori di consumo delle varie bevande alcoliche sono tutti in linea con la media nazionale ad eccezione dei super alcolici che sono più elevati. Il numero di consumatori fuori pasto e di quelli a rischio per gli uomini e delle consumatrici abitualmente contigue all’eccesso risultano inferiori alla media nazionale anche se pare sia un atto tra i giovani della nostra regione un non encomiabile sforzo per uscire dal recinto della virtuosità, ed infatti per entrambi i generi si registra un incremento dei binge drinker che tradotto vuol dire abbuffate di ogni genere di alcolici per andare fuori giri in poco tempo con il corredo di pesante sbronza annessa e quasi obbligatoria. Il fenomeno è in crescita per gli uomini con il segno +3,6 e per le donne +2,0 e per le sole donne anche delle consumatrici fuori pasto +3,9.

Secondi i ricercatori dell’Istituto superiore di sanità , in tutta Italia va perdendo terreno il consumatore mediterraneo, che beve alcolici, soprattutto vino, in occasione dei  pasti, ed al suo posto si va imponendo una modalità più nordica e selvaggia propria del “consumatore fuori pasto, dal consumatore occasionale e soprattutto da quello che eccede tutti i giorni.

"Il dato principale - dice Emanuele Scafato Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol (Ona) - e' che resta invariato il numero di consumatori a rischio, che sono circa 8 milioni e 600mila. È una stabilità che non fa piacere. Ci si aspetterebbe un calo dei consumatori a rischio. Così non è, soprattutto tra i giovani, i minori, gli adolescenti, dove preoccupa il fenomeno del binge drinking, particolarmente impattante sui minori, ha anche un'articolazione nei termini di accesso ai Pronto Soccorso, che secondo l'ultima relazione del ministro al Parlamento è di 41mila persone, tra ci molti minorenni under 14, ma anche anziani".

Il rapporto insomma lancia un allarme che riguarda il futuro prossimo, che però potrebbe anche essere già il presente visto che i dati della ricerca sono di due anni fa.

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