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Roma
Legambiente, Roma in fondo alla classifica Ecosistema Urbano. Flop del M5s

di Massimiliano Martinelli


Legambiente, Ecosistema Urbano 2017: Roma in fondo alla classifica sulle performance ambientali 

 

L'M5S getta la spugna e dice addio ai sogni di gloria “green”, Roma si conferma ostaggio di smog, traffico e rifiuti. E mentre il Comune si perde in opere improbabili e in iniziative di facciata, immobilismo e mezzi pubblici fatiscenti spingono la città in fondo alle classifiche di ecologica e sostenibilità.


Un bilancio sulle condizioni attuali e sulle prospettive future di Roma le traccia Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, che sceglie Affaritaliani per raccontare il vero stato di salute della città.


Presidente, Roma è oltre l'80esimo posto nella classifica delle città italiane per ecosistema urbano. Qual'è la situazione?

“A livello di progressi sulla mobilità siamo fermi. La Metro A salta spesso, la Metro B poi è una cenerentola, ancora peggio. Le nuove opere messe in campo non sono né chiare né operative. Non c'è nulla. Il declino di Roma è costante, ma inizia da lontano. Mano mano siamo addirittura peggiorati, i rifiuti non migliorano, la mobilità neanche. La cosa tragica poi è che tutto si riflette sulle persone. C'è una sfiducia totale dei cittadini nei mezzi pubblici. Le centraline Arpa ci raccontano in questi giorni di uno smog elevato, un fenomeno che temiamo possa proseguire ancora ed interessare nuove aree della città”.


Quali sono le soluzioni fin qui ideate per combattere traffico e inquinamento?

“Sono deboli, soluzioni molto deboli. La trasformazione della città è imperfetta, è in continuità con la precedente giunta Marino. La direzione è giusta, ma di poco impatto. I blocchi del traffico sono irrisori, ci sono soluzioni potenzialmente migliori. E' inutile bloccare la auto di 20 anni fa, quelle euro2. Sono molto vecchie, ma sono ovviamente la minoranza. Servono soluzione più concrete. Ci chiediamo perché, ad esempio, non si possano bloccano le auto diesel, come si fa a Torino. Roma è la capitale, dovrebbe dare l'esempio”.

Le Metro sono piene, i bus in ritardo e Atac sta affrontando un concordato fallimentare. Quali sono le alternative?

“I cittadini devono vedere che il servizio funziona, ma non c'è nessuna strada intrapresa in tal senso. Ci parlano di priorità come la funivia di Casalotti. Anche se fosse possibile, non è in fase realizzativa. Non vediamo cantieri aperti, ed in questo discorso si inseriscono i mancati prolungamenti delle metropolitane. O le corsie preferenziali protette per i mezzi pubblici, rispettate da pochi ed insufficienti. Che fine farà la metro C con il Colosseo? Non vediamo nessun prolungamento in programma”.

Ma si può fare a meno del trasporto privato?

“I romani devono essere messi in grado di fare qualcosa nel loro piccolo. Le metro non arriva al Gra, e se si intasa il Gra si intasano anche le vie consolari che vi si inseriscono. Inoltre fuori dal Gra non arriva nessuna importante asse di trasporto pubblico. Dovremmo tutti poter evitare l'automobile. Il Grab? Può riqualificare periferie e togliere auto dal centro. Aspettiamo da tempo la pedonalizzazione totale del Colosseo. Dobbiamo fare di Roma una città bella e vivibile”.

Quali sono invece gli effetti dell'inquinamento sulla salute dei cittadini?

“Noi presentiamo studi solo su di una parte degli agenti esterni. Quindi alcune sostanze non possiamo possiamo calcolarle quotidianamente, ma solo annualmente. Quello che posso dire è che il Pm10 è altamente nocivo, è cancerogeno, provoca problemi respiratori e cardiaci. Per questo c'è un limite fissato per metro cubo, che ha deciso la comunità medica. E' un problema di salute e non solo di ambiente, una situazione che ci allerta perché stiamo superando beatamente questi limiti. Noi ci auguriamo in tal senso 'blocchi' più duri, ma vorremmo che il problema si affrontasse subito. Il Pm 10 non sparisce dalla superficie, aspettare, per poi bloccare il traffico, non è un soluzione”.


L'apporto dell'Amministrazione è stato fin qui più positivo o negativo?

“Sospendo la valutazione sull'Amministrazione, noi valutiamo i numeri. Dopo un periodo di studio, posso dire però che non abbiamo visto ancora nessun segnale concreto. Si costruiscono idee, positive e discutibili, ma è stato realizzato ben poco. Servono azioni serie, incisive, trovare fondi e non perdere tempo. Mettere in campo cantieri reali per trovare soluzioni”.


Capitolo a parte quello dei rifiuti. E la discontinuità di Ama in tal senso non aiuta...

“Il cambio continuo di uomini, come l'assessore all'Ambiente e i vertici di Ama, è del tutto negativo. Non possono cambiare ogni 4-5 mesi i vertici della municipalizzata dei rifiuti di Roma. Lì c'è molto da lavorare, con quattro cardini da cui ripartire. Il servizio il porta a porta, fermo al 33% ed in alcune zone addirittura in fase di regressione. Tariffazione puntuale dei rifiuti, ovvero far pagare il giusto; pagare per consumo ed inquinamento, non in base a numero di residenti e grandezza della casa. Poi centri di riuso, che non ne vediamo nascere da nessuna parte. Ed infine la creazione di un'impiantistica dei rifiuti. Dobbiamo mettere in campo 10 impianti di piccolo impatto, aprirci la filiera dell'organico e all'economia circolare. A Colleferro c'è un inceneritore molto vecchio, ed ora sembra che Ama lo voglia riaprire. Gli abitanti fanno bene a lamentarsi, non cresciamo mai e  stiamo tornando indietro”.


Siamo quindi destinati a “morire” di inquinamento? A quale destino andiamo incontro?

“Il futuro di Roma passa anche da idee nuove. Noi ad esempio qualche giorno fa abbiamo piantato decine di alberi, anche grazie al lavoro dei volontari. Il futuro di Roma è anche positivo, dobbiamo valorizzare il capitale storico e naturale che abbiamo. Siamo la città con più verde d'Europa; sfruttiamolo. C'è tutto il Tevere da riqualificare, ed una serie di azioni infinite che un mondo intero sta provando a portare avanti, nonostante la lentezza e la poca concretezza dell'Amministrazione”.

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