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Roma
Licenziamenti e stipendi non pagati. Roma Metropolitane scende in piazza

Licenziamenti e stipendi non pagati: scoppia la bomba Roma Metropolitane. Sciopero di una settimana per protestare contro le decisioni di Roma Capitale: “Siamo pronti a scendere in piazza e bloccare la città”.

 

La Filt-Cgil, la Cisl e la Uil Trasporti, su mandato dell’assemblea dei lavoratori di Roma Metropolitane, hanno indetto una settimana di sciopero da lunedì 14 a venerdì 18 gennaio per le intere giornate, con presidi in luoghi rappresentativi, per denunciare: il timore, ormai diventato quasi certezza, dell’imminente apertura di una procedura di licenziamento collettivo, come conseguenza dell’approvazione, in assemblea Capitolina il 28 dicembre scorso, di due atti deliberativi (uno relativa al riconoscimento del debito fuori bilancio per i crediti pregressi riguardanti gli anni 2015, 2016 e 2017 ed uno riguardante l’approvazione del nuovo piano finanziario pluriennale di spesa per il finanziamento, che contiene il contratto tra RM ed RC) che causano uno squilibrio finanziario della società e soprattutto non coprono l’intero costo del personale. Di tali atti, peraltro, non è stata ancora data evidenza pubblica; la mancata corresponsione dello stipendio e dei tributi e contributi spettanti (fin dal settembre 2018). Riguardo alla deliberazione sul debito fuori bilancio, denunciamo che Roma Capitale riconosce solo parzialmente le somme dovute a RM, così come da pronuncia del giudice in merito alla provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo ufficializzato dall’ex Amministratore Unico Pasquale Cialdini. L’attuale Amministratore Unico affermava, nel corso di un incontro con le RSA, che avrebbe accettato di sottoscrivere la rinuncia alla somma che Roma Capitale non intendeva riconoscere e di fatto non ha riconosciuto, atto gravissimo se dovesse comportare pesanti ricadute sui lavoratori.

Per quanto riguarda la deliberazione sul nuovo contratto di servizio tra Roma Capitale e Roma Metropolitane, i sindacati hanno denunciato la presenza di un metodo di calcolo dei compensi fatto in moda tale da penalizzare fortemente l'azienda, con pesanti ricadute sui ricavi, che i lavoratori pagheranno in prima persona.

Per questo motivo i lavoratori di Roma Metropolitane hanno chiesto: l’apertura, finora negata, di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali come strumento democratico irrinunciabile per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori; il rispetto da parte di Roma Capitale dell’accordo sottoscritto dal sindaco Raggi con le segreterie confederali sulla totale salvaguardia dei livelli occupazionali nelle società partecipate; che l’azienda, che solo pochi mesi fa dichiarava zero esuberi ai sensi del tusp (l. 175/2016), si astenga dal mettere in campo azioni che possano in qualunque modo danneggiare i lavoratori; che l’amministrazione capitolina non disperda un patrimonio pubblico di competenze qualificate che rappresentano una risorsa a disposizione della città per il rilancio dello sviluppo delle reti di trasporto.

“Qualora dalla politica e dall’azienda non dovesse levarsi una voce chiara sulla tutela del diritti dei lavoratori di Roma Metropolitane, saremo costretti a mettere in atto ulteriori azioni di protesta, nonché a porre in essere ogni possibile atto a loro difesa e tutela nelle sedi opportune, chiamando ognuno alle proprie responsabilità”, così concludono Filt-Cgil, la Cisl e la Uil Trasporti.

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