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Roma
Lotta agli incendi armati di Fiat Punto. Il racconto choc dei Vigili del Fuoco

Lotta agli incendi armati di una vecchia Fiat Punto. Nell'estate del caldo record e dei roghi arriva il racconto surreale e tragicomico dei Vigili del Fuoco.

 

Roma ostaggio di fuoco e fiamme, gli incendi attanagliano la città tra l'incapacità delle istituzioni e l'impotenza dei Vigili del Fuoco. Continua la caduta libera verso il baratro, apparentemente senza limite, della città. Fuori dalla finestra dei romani ormai da tempo sorge un cimitero di alberi, auto ed immondizia, frutto di un'emergenza roghi senza precedenti. E mentre la città annaspa in cerca di aria arriva il grido d'aiuto dei Vigili del Fuoco, costretti a combattere con problemi di organico e di mezzi. Autopompe guaste, officine al collasso ed automezzi con 20/25 anni di servizio alle spalle i casi più frequenti. Le squadre boschive del Lazio sono infatti spesso appiedate o costrette ad affidarsi a mezzi preistorici, ovviamente non adatti per combattere le fiamme. Squadre chiamate a fronteggiare incendi “armate” solamente di una vecchia Fiat Punto, priva di dispositivi di soccorso. Nel mezzo di una crisi storica, invece di raddoppiare gli sforzi, vengono così tagliati fondi ed uomini, lasciando Roma e i romani tra le fiamme. Nella giornata di martedì un nuovo incendio su via Tiburtina, che ha costretto i dipendenti di uno stabilimento di auto all'evacuazione. Un inferno di cenere e desolazione ha invece preso il posto di Castel Fusano, ormai ex polmone verde di Ostia, luogo simbolo di una città dove roghi e nubi di fumo nero sono diventati all'ordine del giorno. Ad oggi tre diversi piromani arrestati nella zona della pineta, con un agosto che si preannuncia rovente per i residenti rimasti in città. Nonostante i divieti di accesso nuove fiamme infatti a Castel Fusano nella mattinata di mercoledì, con un elicottero dei vigili del fuoco costretto a fermarsi per problemi tecnici.

 

Esempio emblematico dei mille avvertimenti, ignorati, sulla carenza di organico e di mezzi antincendio. Insufficienti se si considera inoltre la soppressione del Corpo Forestale, a fronte della scelta precisa ed oculata di non investire in prevenzione e sicurezza. Gli uomini dei Vigili del Fuoco si ritrovano così, come novelli Don Chisciotte, a lottare contro i mulini a vento, a cavallo di mezzi di fortuna spesso risalenti alla preistoria. Questo il racconto surreale e tragicomico dell'Unione Sindacale di Base, che denuncia la situazione limite di uomini e risorse all'interno del corpo: “USB Vigili del Fuoco, in tempi non sospetti, mise in guardia con note scritte e comunicati stampa sia la nostra amministrazione che l’opinione pubblica sui ritardi nell’avvio della campagna AIB 2017, sulla carenza di organico e di mezzi antincendio per affrontare una stagione che si preannunciava difficile già dalla tarda primavera. Come al solito chi amministra la regione Lazio e Vigili del Fuoco sia a livello nazionale che periferico ha preferito puntare sulla buona sorte e sulla clemenza del clima e degli incendiari. Purtroppo così non è stato e, oggi, ci troviamo a far fronte ad una emergenza incendi che pare non abbia soluzione di continuità: noi pompieri siamo stremati da turni massacranti e ore ed ore di lavoro straordinario che non ci permette il giusto recupero psicofisico; non abbiamo più automezzi per andare a spegnere gli incendi, tanto che il giorno 28 luglio una nostra squadra antincendio boschivo, che doveva partecipare allo spegnimento della pineta di Castelfusano, per un guasto si è trovata senza l’autopompa in dotazione e, non potendone reperire un’altra neanche fuori provincia, è rimasta appiedata e costretta a rimanere nella propria sede senza poter operare. Il 29 luglio la squadra boschiva di Fiumicino, sempre per mancanza di mezzi, è stata costretta a svolgere il proprio turno di servizio con una autobotte (due posti) e il resto della squadra (tre vigili) che la seguiva su una vecchia Fiat Punto senza dispositivi di soccorso visivi e acustici. L’officina provinciale di Roma è oramai al collasso con decine e decine di mezzi di soccorso fuori servizio che riempiono ogni angolo del piazzale interno in attesa di riparazioni. Questo accade soprattutto per il fatto che molti automezzi di soccorso si portano sulle spalle almeno 20/25 anni di servizio; mentre quelli più “moderni”, non essendo adatti ad affrontare incendi in terreni accidentati come quelli che si possono incontrare durante le operazioni di spegnimento di un bosco o di terreni incolti, restando il più delle volte danneggiati. D’altronde non si è mai pensato di sottoscrive un Protocollo d’Intesa tra Vigili del Fuoco e Regione Lazio per l’acquisto da parte di quest’ultima di mezzi fuoristrada per affrontare gli incendi boschivi. L’amministrazione regionale, invece, ha giocato al ribasso persino sulla convenzione con noi vv.f. per l’AIB 2017 (antincendio boschivo) togliendoci fondi e accorciando il periodo operativo, pur essendo cosciente dell’avvenuta soppressione del Corpo Forestale dello Stato. Per questo motivo oggi ci suona strano sentire certe richieste di aiuto al governo centrale per l’emergenza incendi nel Lazio! Purtroppo dobbiamo continuare ad affermare che l’Italia è il “Paese delle catastrofi annunciate” e delle emergenze continue, dove si persevera a non investire seriamente sulla previsione e prevenzione dei rischi, e su di un sistema di Protezione Civile che veda noi Vigili del Fuoco come protagonisti indiscussi”.

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