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Roma
Mafia Capitale, Carminati show: “Io fascista. Servizi segreti? 2 marescialli”

Fascista per fede. E con un disprezzo evidente per la politica e in particolare per Gianni Alemanno sindaco, esteso a tutto il “mondo di sopra” popolato da sòla. Massimo Carminati, il nero, il “guercio” che con un occhio solo ci vede benissimo, parla e straparla incalzato dalle domande dei suoi legali che hanno come obiettivo quello di demolire l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e far naufragare il processo a Mafia Capitale. Tanto da dire: “Se non ci fossi io questo processo sarebbe una cosa ridicola”.

Carminati parla da vero duro anche ai suoi legali, se il verdetto di condanna in primo grado lo attendesse al termine delle udienze programmate: “Sono un vecchio fascista anni '70, sono contentissimo di essere quello che sono: non ho nulla da nascondere. L'ho detto, così domani i giornalisti si divertiranno. Sto facendo questo esame solo perché me lo avete chiesto voi, sono stato talmente perseguitato che non farò più un esame”.
E sulla nomea di re di Roma Carminati chiarisce: “Veramente possiamo pensare che so io il re di Roma, ma stiamo a scherzà? Ha ragione Buzzi quando dice che 'la percezione di Massimo (Carminati, n.d.r.) in un certo tipo di ambiente non è quella che avete voi'". Per Carminati "e' solo una strategia per vendere libri o giornali ma non rompete i coglioni con questa storia del nero, del samurai. Mi ci prendevano tutti per il culo, chi mi conosceva sa come sono".

Da Riccardo Mancini a salvatore Buzzi
"Io sono stato onorato di conoscere Salvatore Buzzi, è una persona superiore a tutti gli imprenditori romani. I rapporti con Salvatore iniziano esattamente quando ha detto lui, al termine del mio affidamento, metà settembre del 2011. Nella seconda metà di settembre me lo presenta un mio caro amico, Riccardo Mancini. Io avevo chiesto lavoro a Riccardo, lui mi disse 'adesso hai l'affidamento, dopo l'affidamento vediamo se si può fare qualche cosa'. E' lui che mi mette in contatto con Salvatore".

La fuga di notizie e i rapporti con gli 007
“Mi offendo se mi avvicinate ai servizi segreti. Nessuno mi ha avvisato dell'indagine. Avevo dimestichezza con due agenti di Ponte Milvio con cui avevo parlato per 3-4 minuti, nulla di più. Sono due poveracci che hanno avuto la sfortuna di parlare con me, mi dispiace per loro. Il rapporto con il Maresciallo Nitti era solo legato agli appartamenti, lui li affittava e io ne cercavo uno per mio figlio. Per me non ha fatto nulla, era solo un maresciallo in pensione. Se, come dite, sono un genio del male il senatore Minniti ha mentito. Nel 2013 sapevo di una grande indagine, a Roma nulla è impermeabile. Ma sapevo solo di una grande operazione contro Massimo Carminati”.

Alemanno e il campo nomadi affidato a Buzzi
“Il sindaco (Alemanno) chiese a Buzzi di fare un campo nomadi, lui mi chiese un costruttore e io consigliai Maurizio Gaglianone, la spesa preventivata era di 500mila euro ma si potevano risparmiare un bel po' di soldi. Alla fine pagai il lavoro 320mila euro, senza dare una lira a Gaglianone. Avevo fatto quadrare il budget pagando con la mia provvista, dalla cooperativa sono stato pagato solo 150mila euro. Sono un commerciante e non ho fatto cose illegali, se non avessi una parte civile che chiede 20 miliardi avrei avuto partita iva e pagato le tasse. Usavo la cooperativa come conto, non potevo fare soldi perché le parti civili dei miei processi si sarebbero presi tutto. Facevo una cosa lecita, il campo nomadi era lecito. Io ho preso solo 150mila euro, nella cooperativa ho lasciato oltre 1 milione di euro. Mi fidavo di  Di Ninno, lui teneva i conti e mi fidavo anche di Buzzi.  A Salvatore voglio bene nonostante tutto, anche se ha tagliato tutti i ponti”.

La truffa del Comune di Roma
“Campo nomadi? Il Comune è un truffatore, sono molto più onesti noi che quelli in politica: il sindaco ci ha truffato. Sono rimasto basito quando non mi hanno pagato. Ci hanno fatto fare un lavoro che non potevano pagare, e lo sapevano fin dall'inizio. Il lavoro era legittimo, perché non ci hanno pagato? Tutto il Comune è una “sola”, anche i sindaci dopo lo erano. Non conoscevo Lucarelli e Alemanno, nessuno manteneva le promesse”.

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